«Una vittoria epocale per i Comuni piccoli, montani e rurali, ma anche e soprattutto per i cittadini e per i territori». Così il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani ha commentato la decisione della prima sezione del Tar della Toscana che con una sentenza ha accolto uno dei ricorsi presentati dai comuni interessati, il Comune di Cinigiano nel grossetano, disponendo l’annullamento degli atti impugnati.
Sentenza modello Una sentenza modello che farà da guida per tutti gli altri uffici postali situati in piccoli centri che Poste Italiane prevedeva di chiudere in Toscana nell’ambito del proprio piano industriale, a questo punto dovranno rimanere aperti. La sentenza dà molto peso all’inesistenza del confronto di Poste con i Comuni, previsto anche da una delibera Agcom. Poste si era impegnata a discutere con gli enti locali per esaminare caso per caso ma non è stato fatto. «Una battaglia convinta e pesante che Uncem ha portato avanti con tenacia insieme ai Comuni – ha aggiunto Giurlani – e che oggi si può dire di aver vinto avendo messo in campo competenze, responsabilità e forte attaccamento alle comunità locali. Con i Comuni – ha aggiunto – da sempre abbiamo sostenuto che un’ulteriore riduzione calata dall’alto di servizi essenziali al cittadino, quale quello postale, sarebbe stata troppo pesante, oggi cambia la storia, questa sentenza apre scenari nuovi e crea un precedente unico. E’ stato un lavoro di squadra che con la guida legale dell’avvocato Melani e la convinzione dei sindaci ha dato ora i suoi frutti».
Biffoni (Anci Toscana): «Poste dovrà tenere aperti i 57 uffici postali» La sentenza del Tar che dà ragione al Comune di Cinigiano e boccia il piano di chiusure degli sportelli redatto da Poste italiane «è un vittoria per Anci Toscana e per tutti coloro che hanno sostenuto la battaglia contro il piano di chiusure indiscriminate – ha sottolineato il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, Matteo Biffoni – Ora aspettiamo l’esito degli altri ricorsi, confidando nel fatto che Poste dovrà tenere aperti i 57 uffici postali, soprattutto nei piccoli centri, di cui era prevista la chiusura. Poste aveva annunciato che avrebbe aperto un confronto con i rappresentanti dei Comuni, noi eravamo pronti. Ma non lo ha mai fatto». E il ricorso è stato accolto, secondo quanto ha annunciato ai giornalisti il presidente del Tar della Toscana Armando Pozzi, proprio sulla base di questa violazione procedurale commessa dall’azienda, ovvero per la mancata convocazione del tavolo con i Comuni. Infatti, secondo quanto si legge nel testo della sentenza, l’assenza del confronto con i Comuni «oltre ad aver leso le garanzie partecipative della controparte, in questo caso un soggetto pubblico, ha arrecato un vulnus anche ai principi di imparzialità e buon andamento, dal momento che gli apporti di collaborazione e conoscenza del soggetto inciso dall’atto non possono che determinare l’arricchimento delle ragioni poste a fondamento del provvedimento finale».
Il sottosegretario Giacomelli: «L’azione di governo possa risolvere i problemi di tante piccole realtà» «Questo è un Paese dove c’è un intreccio di poteri e competenze che spesso lascia perplessi, al di là del merito della questione. C’è una competenza sugli uffici postali che non è del governo ma dell’Authority che ha il potere di tutelare il servizio universale. Per quanto riguarda il governo, il tema non è giurisdizionale ma politico. Abbiamo detto da azionisti a Poste che occorre rivedere la politica sugli uffici postali, che una rete capillare è una ricchezza, e che può diventare importante non tanto chiudendo gli uffici, quanto aumentando i servizi, e facendone un punto importante per tutte le comunità, soprattutto i piccoli comuni. Noi crediamo che l’azione di governo possa risolvere i problemi di tante piccole realtà». Questo il commento del sottosegretario allo sviluppo economico, con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli.