Da mesi ormai tiene banco la vicenda di Sei Toscana, la società mista pubblico privata aggiudicataria (con un contratto milionario) della gestione dei rifiuti nelle provincie di Siena Arezzo e Grosseto. Prima fu l’aumento delle tariffe a dare scandalo a fronte di un servizio rimasto più o meno uguale, poi l’inchiesta della Procura di Firenze sull’affidamento del servizio che portò agli arresti dei vertici di Ato Toscana sud e alla decapitazione di Sei Toscana. Infine, a febbraio 2017 su richiesta del prefetto di Siena venne deciso il commissariamento della società (lo scorso giugno prorogato peraltro di 9 mesi).

Tutto a posto a questo punto, avranno sperato i cittadini che ogni sei mesi vedono recapitarsi le bollette dai rispettivi Comuni. Nemmeno per idea perchè, come ha rivelato nei giorni scorsi La Nazione il cda nella riunione dell’11 settembre scorso si è aumentato i compensi del 50% (da 300 mila a 460 mila euro anno), compreso Marco Mairaghi (ex sindaco di Pontassieve) che al momento della nomina ad amministratore delegato aveva dichiarato di non volere compensi per l’incarico.

Oggi, sempre La Nazione rivela che sarebbe in atto un cambio di proprietà nella compagine privata di Sei, con un passaggio di quote dalla privata Sta (socia di sei con il 26,5%) ad una nuova società il cui referente sarebbe addirittura una vecchia conoscenza della politica senese, l’ex assessore regionale, ex presidente di Scarlino energia, Moreno Periccioli.

La classica goccia che ha fatto sbottare due primi cittadini di peso, finora in forte contrasto tra di loro (con toni polemici anche accesi talvolta) proprio sulla gestione dello spinoso tema, Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e anche presidente dell’assemblea dei sindaci di Ato Toscana sud, e Bruno Valentini, sindaco di Siena, che rilasciano alla stampa una durissima presa di posizione che invita tutti a ricordare che Sei Toscana è una società “particolare”, con un mandato a forte valenza pubblica e che non può certo sottostare agli appettiti di business dei privati.

E non vogliamo nemmeno pensare all’imbarazzo di Valentini che in questi anni ha sempre avuto un atteggiamento giudicato troppo morbido (anche dalle sue opposizioni in Consiglio Comunale) sulla gestione e sulle inchieste relative a Sei, e che di Periccioli è stato anche recentemente un sostenitore tanto da nominarlo qualche tempo fa presidente di Intesa, società a capitale interamente pubblico, socia di Estra energia.

Ecco la nota congiunta. «Sulla stampa si legge del possibile cambio di proprietà, diretto od indiretto che sia, relativo alle azioni di Sei Toscana possedute da soci privati. Sei Toscana non è una impresa qualsiasi. E’ la società a capitale misto pubblico-privato che si è aggiudicata la gara per l’affidamento ventennale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella Toscana meridionale. Sei Toscana è attualmente commissariata a seguito dell’indagine giudiziaria sulla gara in oggetto ed ogni decisione importante relativa alla propria attività, come l’ingiustificabile ipotesi di aumento dei compensi del cda, va soppesata con estrema attenzione. Fatta salva la libertà decisionale riconosciuta dalla legge ad ogni socio di Sei Toscana, pur nei limiti delle procedure concorsuali in corso, riteniamo politicamente opportuno che eventuali mutamenti proprietari nella compagine azionaria vadano valutati preventivamente con la componente pubblica della medesima compagine, anche per le peculiarità del settore della gestione dei rifiuti. Confermiamo anche che il nostro obiettivo rimane quello di riportare la quota azionaria di maggioranza di Sei Toscana saldamente in mano pubblica, perché va ricostruito prima possibile un rapporto di fiducia e credibilità da parte degli utenti verso il servizio rifiuti».

A quanto si immagina non è ancora finita. Il presidente di Sei Toscana, Roberto Paolini, infatti avrebbe firmato ieri la convocazione del cd per i prossimi giorni. Ne vedremo ancora delle belle.

Roberto Paolini, presidente Sei Toscana

 

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