L’assemblea dei soci di Sei Toscana ha approvato il bilancio di esercizio (utile netto superiore ai 2 milioni di euro) e nominato Roberto Paolini nuovo presidente. Pare viaggiare a gonfie vele, dunque, il gestore unico dei rifiuti dell’Ato Toscana sud, anche se pende sulla sua testa l’inchiesta della Procura di Firenze, tutt’altro che lieve, che vede alcuni uomini dell’azienda, compreso l’attuale amministratore delegato Eros Organni (confermato) indagati per turbativa d’asta per la gara che valeva qualcosa come 140 milioni e che portò lo scorso marzo alle dimissioni del presidente di Sienambiente, Fabrizio Vigni, oltre a sequestri di documenti nelle sedi di Sienambiente a Siena e Coseca a Grosseto.
La vicenda era approdata all’epoca in Consiglio Comunale a Siena e il sindaco, Bruno Valentini, rispondendo ad alcune interrogazioni aveva risposto che « se emergeranno danni economici a carico della collettività senese non esiteremo a promuovere un’azione di eventuale responsabilità». Sarà, forse, per rispondere a questo interrogativo che Valentini, pare in accordo con il presidente della Provincia, Fabrizio Nepi, e il sindaco di Poggibonsi David Bussagli ma senza coinvolgere il suo partito, abbia fortemente voluto la nomina a presidente di Roberto Paolini, appena liberato dalla presidenza di Siena Parcheggi, e accettato appunto la conferma di Eros Organni, e di Arturo Bernardini, Marco Buzzichelli, Stefano Carnevali, Luana Frassinetti, Fabrizio Frizzi, Riccardo Panichi e Giuseppe Pinto, mentre nel collegio dei sindaci revisori sono stati chiamati Maurizio Cerofolini, Alessandro Manetti e Marco Turchi.
Uomo di grande esperienza, 60 anni, commercialista, Roberto Paolini, si legge in una nota, “vanta un’esperienza pluriennale come dirigente d’azienda ed amministratore in diverse realtà di rilievo sul territorio”. In Rete poi si trova che negli anni è stato sindaco revisore di Siena Biotech (1998-2003), della Fondazione Mps (appena sei mesi nel 2006), della Fondazione Qualivita (2004-2010), della banca Cras (2003-2012). È stato anche sindaco revisore dell’AAto 6 dell’acqua (2009-2011), di Sienambiente (2009-2012) e dal 2006 al 2012 anche di Axa-Montepaschi Vita spa. Un curriculum di tutto rispetto e pienamente inserito nel mondo senese dell’ultimo decennio. Non certo un homo novus. Da come si muoverà capiremo presto se saprà aiutare il sindaco di Siena a capire se la comunità senese ha ricevuto “danni economici” dalla gara per i rifiuti.
Nel frattempo il soggetto controllore della stessa gara, l’Ato Toscana sud, che raccoglie tutti i Comuni senesi grossetani e aretini con compiti di “programmazione, organizzazione e controllo sull’attività del servizio di gestione dei rifiuti urbani” è ormai da mesi senza una guida. Ha, è vero, un direttore generale, Andrea Corti; ha, è vero, un’assemblea dei soci composta dai sindaci di tutti i Comuni, ma non ha da oltre due anni un consiglio direttivo e un suo presidente a svolgere il delicato compito di garante degli atti dell’Ato e di controllo sulla società gestore del servizio, Sei Toscana appunto.
E così il soggetto indicato dalla legge quale garante della gara d’appalto rimane acefalo e privato dell’unico organo collegiale pensato proprio per dare rappresentanza ai sindaci. Ancora una volta certe funzioni sembrano svuotate di sostanza e si preferisce affidare tutto a uomini soli al comando piuttosto che assicurare il controllo della collettività attraverso i primi cittadini, veri soci del servizio in nome delle rispettive comunità. Chissà se è un caso. E chissà se è un caso che proprio i cittadini di Grosseto e Siena, negli ultimi due anni, risultino i più tartassati della Toscana (dati Uil). E tutti gli altri sindaci non hanno nulla da dire? E la politica?
Ah, s’io fosse fuoco