Nel 2015 si è avviata una fase di debole ripresa della dinamica del prodotto: al sostegno della domanda estera si sono accompagnati segnali di miglioramento di quella interna. Le aspettative per i prossimi mesi formulate dagli agenti economici ipotizzano una prosecuzione di questa tendenza. E’ quanto rileva il rapporto “L’economia della Toscana – Aggiornamento congiunturale”, presentato oggi nella sede di Firenze della Banca d’Italia.
Miglioramenti nell’occupazione e nel credito Nel settore industriale il leggero calo del livello di attività nel primo trimestre è stato seguito da una dinamica positiva nel secondo. «Siamo in una fase di ripresa debole – ha spiegato Luisa Zappone, direttore della sede regionale della Banca d’Italia in Toscana – Ci sono segnali di miglioramento sia sul versante dell’occupazione, sia sul versante del credito: il Pil regionale 2015, secondo le stime di Bankitalia, dovrebbe crescere in linea con la media nazionale, quindi con un aumento intorno allo 0,8%. Il sistema produttivo regionale è caratterizzato da una crescente dualità tra un nucleo di imprese, presenti in molti settori di specializzazione, che risultano solidamente agganciate alla ripresa della domanda, creano occupazione e investono, e situazioni di difficoltà che ancora si ripercuotono in uscite dal mercato». Nel complesso del semestre sono migliorati sia gli ordinativi esteri, cresciuti in misura più sostenuta, sia quelli interni, la cui flessione si è quasi arrestata.
Segnali di miglioramento dall’aumento delle compravendite e delle erogazioni di mutui Andamenti più favorevoli hanno interessato le imprese di medio-grandi dimensioni e quelle dei comparti dei mezzi di trasporto, chimica, meccanica, legno e alimentare. In presenza di attese positive degli operatori, segnali di ripresa, ancorché non diffusi, riguardano l’accumulazione di capitale fisso. Il sistema produttivo regionale è caratterizzato da una crescente dualità tra un nucleo di imprese, presenti in molti settori di specializzazione, che risultano solidamente agganciate alla ripresa della domanda, creano occupazione e investono, e situazioni di difficoltà che ancora si ripercuotono in uscite dal mercato. Le esportazioni a prezzi correnti sono aumentate nel primo semestre dell’1,5 per cento (0,8 al netto dei metalli preziosi, in rallentamento), riferisce il rapporto di Bankitalia. Una decelerazione ha interessato il sistema della moda mentre le vendite estere della meccanica sono calate, anche per effetto di commesse pluriennali. Sono scese le vendite verso la Russia e ristagnate quelle verso la Cina, mentre è proseguito lo sviluppo degli Stati Uniti ed è tornata a crescere l’America Latina. Il sondaggio della Banca d’Italia e i dati delle casse edili delineano ancora una flessione dell’attività economica nel settore delle costruzioni; il quadro della redditività delle imprese è tuttavia in miglioramento. Nel residenziale pesa l’elevato stock di invenduto; segnali di miglioramento provengono dall’aumento delle compravendite e delle erogazioni di mutui.
Segnali positivi per il 2016 In generale, aspettative lievemente favorevoli sembrano caratterizzare il 2016. Si sono manifestati segnali di ripresa negli acquisti di beni durevoli (in particolare autovetture), nei flussi turistici e nei traffici di merci nei porti e di passeggeri negli aeroporti. Secondo il sondaggio della Banca d’Italia sarebbe migliorata la redditività delle imprese del comparto. Nella media del primo semestre del 2015 l’occupazione è salita dell’1,2 per cento. L’incremento si è concentrato tra i lavoratori dipendenti, le donne e il comparto dei servizi; l’industria ha confermato la crescita intervenuta dalla fine del 2013 mentre sono scesi gli occupati nelle costruzioni. Nei primi nove mesi il ricorso agli ammortizzatori sociali si è contratto di due quinti. La riduzione delle persone in cerca di occupazione si è riflessa nel calo del tasso di disoccupazione, sceso al 9,4 per cento. A giugno il credito erogato alle imprese da banche e società finanziarie è tornato a crescere (0,6 per cento), per la prima volta dalla fine del 2011; l’aumento ha coinvolto manifattura e servizi, mentre è proseguito il calo dell’edilizia. A una domanda in ripresa si sono associate condizioni di offerta più accomodanti, in termini di quantità e di tassi di interesse. Dopo la stabilità mostrata alla fine del 2014, anche il credito concesso da banche e finanziarie alle famiglie è tornato a crescere (0,3 per cento a giugno). È aumentata soprattutto la domanda di mutui, destinati all’acquisto di abitazioni o alla surroga di precedenti finanziamenti. Il costo del credito si è ulteriormente ridotto. Il miglioramento della fase congiunturale non si è ancora riflesso sulla qualità del credito: nei quattro trimestri terminanti in giugno la quota di impieghi vivi entrati in sofferenza è stata del 3,7 per cento, un valore superiore a quello della media del 2014. La crescita ha riguardato soprattutto il settore produttivo e in particolare le costruzioni, dove ha superato l’11 per cento. Il tasso di ingresso in sofferenza delle famiglie, pur leggermente aumentato, si è attestato all’1,3 per cento. I depositi bancari di imprese e famiglie sono saliti del 4,8 per cento, un ritmo inferiore a quello registrato alla fine del 2014. L’aumento ha riguardato i soli conti correnti, mentre i depositi a risparmio, anche per effetto delle politiche di prezzo degli intermediari, si sono ridotti. Il valore dei titoli in custodia presso le banche è sceso del 4,1 per cento; prosegue l’aumento della quota degli investimenti in Oicr.