Un intervento raro e complesso che ha ridato la speranza ad una giovane mamma fiorentina al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena.  Una giovane donna  trapiantata di cuore 16 anni fa torna a vivere grazie ad un secondo doppio trapianto: cuore e rene insieme.


La vicenda – L’eccezionale intervento, unico nel suo genere, è andato a buon fine al policlinico Santa Maria alle Scotte, grazie ad un’équipe composta da circa 40 persone che hanno lavorato per 16 ore senza sosta.Nel 1994 una giovane madre di 23 anni, della provincia di Firenze, si ammala subito dopo il parto e dopo sei mesi dalla nascita del figlio viene sottoposta ad un primo trapianto di cuore a causa di una grave malattia cardiaca sviluppata dopo la gravidanza. Il trapianto, effettuato sempre a Siena dall’équipe diretta all’epoca dal dottor Guido Sani, va a buon fine ma dopo alcuni anni si manifesta una nuova malattia cardiaca da rigetto che colpisce i vasi coronarici, a cui si aggiunge una grave insufficienza renale che porta progressivamente la paziente alla dialisi. Le sue condizioni di salute continuano a peggiorare e la giovane donna, ormai di casa alle Scotte, spera in un nuovo futuro grazie alla possibilità di sottoporsi a due trapianti, cuore e rene insieme. Mentre la donna è ricoverata per la valutazione ai trapianti, circa tre mesi fa, continua a peggiorare e va in arresto cardiaco, viene rianimata e stabilizzata ma è in condizioni gravissime, viene quindi mantenuta in vita dalle macchine grazie ad un particolare sistema di assistenza ventricolare in circolazione extracorporea e viene inserita nella lista di emergenza per i riceventi di organi, ciò vuol dire che i primi organi disponibili, se compatibili, sono destinati a questa paziente.


L’intervento – Fortunatamente gli organi arrivano e i professionisti delle Scotte, con un’équipe per l’espianto di cuore, una per l’espianto di rene, una per il trapianto di cuore e una per il trapianto di rene lavorano senza sosta, per permettere alla giovane madre di riabbracciare suo figlio, neonato durante il primo trapianto di cuore, ragazzo affettuoso in questo frangente che, insieme a tutta la famiglia, è sempre rimasto accanto alla sua mamma, con affetto, amore e tanta speranza. “La paziente ha reagito bene al complesso intervento – spiega Gianfranco Lisi, cardiochirurgo che ha effettuato il trapianto di cuore insieme all’équipe del trapianto di rene, diretta da Mario Carmellini – ed è stata ricoverata per tre mesi, con un lungo decorso in terapia intensiva e poi in reparto. Sarà dimessa a breve e continuerà ad essere seguita da tutti noi che siamo diventati quasi la sua seconda famiglia. Il ritrapianto di un organo, abbinato al trapianto di un altro organo è un intervento raro e complesso ma siamo molto fiduciosi vista anche la giovane età della paziente e soprattutto la sua forte fibra e forza di volontà, nutrita anche dal grande amore della famiglia”. Il successo dell’intervento è dovuto anche alla collaborazione mutlidisciplinare tra diversi professionisti, quali medici, personale infermieristico di sala operatoria e di reparto, strumentisti, perfusionisti, fisioterapisti e tanti reparti: Nefrologia, diretta da Guido Garosi, Chirurgia dei trapianti, diretta da Mario Carmellini, Cardiochirurgia dei Trapianti, diretta da Massimo Maccherini, Cardiologia, diretta da Roberto Favilli, Terapia Intensiva Cardiotoracica, diretta da Bonizella Biagioli, Coordinamento donazione organi e tessuti, diretto da Laura Savelli. “Il doppio trapianto – conclude Lisi – è stato effettuato circa tre mesi fa ma abbiamo deciso di diffondere la notizia solo nel momento in cui la paziente è pronta per tornare a casa”.


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