Un accordo per favorire il reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti delle carceri toscane è stato sottoscritto oggi da Regione Toscana, dall’Agenzia regionale per l’impiego od Arti e dal Provveditorato per la Toscana e l’Umbria dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia o Prap. Scopo effettivo dell’intesa è «valorizzare le competenze formali, non formali ed informali dei detenuti del sistema carcerario toscano, acquisite precedentemente o durante la reclusione, al fine di facilitare il loro reinserimento socio-lavorativo». A firmare l’accordo sono stati l’assessore regionale alla Formazione, al lavoro e all’istruzione della Toscana, Cristina Grieco, la direttrice Simonetta Cannoni per l’Agenzia per l’impiego e il provveditore Antonio Fullone per l’Amministrazione penitenziaria.
Sperimentazione al via a Firenze Il percorso, in una prima fase, verrà avviato nelle carceri di Firenze, presso la casa circondariale Sollicciano e l’istituto di pena Gozzini, ma in prospettiva interesserà diversi istituti di reclusione della Toscana. «Si tratta di un accordo di grande civiltà che volge l’attenzione su una questione, il recupero anche lavorativo e sociale dei detenuti, su cui la Regione lavora da anni con misure tese a promuovere percorsi di reinserimento. Questo accordo rientra in un protocollo più ampio sul tema dell’apprendimento permanente e delle azioni rivolte alla valorizzazione delle competenze – ha affermato l’assessore regionale Grieco – Ogni cittadino, quindi anche il cittadino recluso, ha diritto a vedere formate e valorizzate le proprie competenze e le proprie capacità. La pena detentiva, come prescrive la Costituzione italiana, deve avere una valenza rieducativa e deve riconsegnare alla società persone pienamente recuperate». Regione, Arti e Prap, firmando l’accordo, si sono impegnate a promuovere «un percorso sperimentale di individuazione, validazione e certificazione delle competenze» destinato ai detenuti appartenenti al «circuito di media sicurezza». La direttrice Cannoni ha sottolineato che «l’Arti mette a disposizione personale qualificato e che la certificazione delle competenze richiede un’adeguata professionalità». Il provveditore Fullone ha sottolineato che «con questo accordo si riconosce i lavoro già svolto in carcere o che si svolgerà» e che l’obiettivo di fondo anche del Prap è «creare un carcere più utile alla società e al vivere comune».