«È una misura inaccettabile che lede la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori». Così in una nota la segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini e della segretaria generale Fp Cgil Toscana Alice D’Ercole in merito alla decisione di alcune ditte dell’indotto di Aamps (Livorno) di introdurre i braccialetti elettronici, in stile Amazon, per controllare il lavoro degli operatori ecologici, un braccialetto che ‘dialogherebbe’ con il cestino per controllare che venga svuotato. Il braccialetto, introdotto dall’azienda Avr che gestisce in appalto il servizio di pulizia strade per conto della municipalizzata Aamps, ‘dialoga’ con i 2500 nuovi cestini installati in città, che sono dotati di chip Rfid, ed emette un bip ogni volta che uno di questi viene svuotato
Angelini: «I lavoratori non sono macchine» «Non possiamo e non vogliamo fermare i progressi della tecnologia, ma questi devono essere uno strumento che aiuta a vivere e a lavorare meglio, invece qui mi pare che siamo di fronte ad un’altra cosa» aggiunge Angelini. «Quella in questione è una iniziativa sbagliata, i lavoratori non sono macchine e non hanno bisogno di metodi così umilianti per svolgere bene quel lavoro che svolgono quotidianamente. Nel caso specifico, ci sono già i superiori delle aziende a controllare se il servizio è svolto o meno, oltre che molti mezzi muniti di Gps. Ci sembra assolutamente inadeguato andare oltre queste misure, più che sufficienti. Più in generale, siamo di fronte ad un altro passo verso la disumanizzazione del lavoro e la mancanza di rispetto di chi lavora: basta, va fermata questa deriva».
D’Ercole: «Pronti a proclamare lo stato di agitazione» «Come sindacato ci siamo già presi la responsabilità di costruire un contratto di lavoro che rispondesse alle esigenze aziendali e degli utenti che pagano le tasse – sottolinea D’Ercole -. Non siamo disposti a cedere altro, né sul costo del lavoro né sui meccanismi di controllo. I problemi nel comparto sono altri, a partire dalla salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto a fronte di un aumento di lavoro manuale, e sarebbe bene che le aziende e le istituzioni si occupassero di questo, anziché di controlli che a poco servono e che ledono la dignità dei dipendenti. Prima di apprendere la notizia avevamo chiesto un incontro all’Anci Toscana. A questo punto diventa indispensabile farlo quanto prima. Se non dovessimo ricevere risposte, siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione di tutto il comparto a difesa e tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nell’igiene ambientale».
Il Comune prende le distanze Il Comune sostiene che «il braccialetto è un semplice lettore, come quelli usati quando si fa la spesa al supermercato, che certifica solo lo svuotamento di un cestino. Un servizio simile è già in uso a Lucca per la raccolta porta a porta dei rifiuti. E’ una tecnologia al servizio del cittadino per gestire meglio il servizio per il quale viene pagata la Tari, e non ha nulla a che fare con il modello Amazon».