GROSSETO – Un asterisco di troppo. Contenuto in una newsletter inviata dal collettivo giovanile Clan, che gestisce da anni i servizi museali del polo Le Clarisse di Grosseto.
Al punto da far perdere il lavoro a due persone. Nella comunicazione rivolti ai più piccoli, l’identità di genere dei bambini non era determinata, in quanto la vocale finale era sostituita da un asterisco. Un caso per la Fondazione Grosseto cultura, che ha chiesto all’associazione di porgere delle scuse e di sottoscrivere un testo concordato. Il Clan ha respinto queste condizioni ed è stato estromesso dalla gestione. Dietro a questa vicenda, che probabilmente non terminerà qui, la denuncia di Carla Minacci, presidente della commissione Pari opportunità e consigliere della lista civica a sostegno del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. “I maschi sono maschi, le femmine sono femmine. Tutto il resto fa parte di un pensiero strumentale”, ha dichiarato a Maremma Oggi.
Il supporto del centrodestra non si è fatto attendere, mentre il Pd, annunciando un’interrogazione, ha affermato: “Un asterisco che fa scandalo e costa dei posti di lavoro, è ciò che mai avremmo desiderato per la nostra città. La decisione è chiaramente politica, legata a strettissimo giro all’attuale giunta, e che cavalca la polemica strumentale sull’uso inclusivo della lingua italiana”.