«Occorre che la comunità islamica, a partire da chi la rappresenta, trovi rapidamente una soluzione, per l’immediata scadenza del Ramadan, e per la generale esigenza di avere luoghi di preghiera idonei in città». Così il sindaco Dario Nardella parlando della mancata soluzione, al momento per la scelta di un luogo di culto adatto alla comunità islamica per pregare durante il periodo del Ramadan. «Questa incapacità della comunità di trovare soluzioni in modo proattivo e il più possibile duraturo sta diventando insostenibile per Firenze tutta – ha aggiunto Nardella -, compresi i suoi cittadini di fede musulmana».
IIl sindaco: «Non spetta nè allo Stato ne ai comuni organizzare i culti» Nei giorni scorsi si era parlato di possibile soluzione come luogo di preghiera per la comunità islamica nella Manifattura Tabacchi. «Ferma restando l’inadeguatezza di piazza dei Ciompi, preciso che il Comune non opera assolutamente in nome e per conto della comunità islamica – ha puntualizzato ancora il sindaco di Firenze – Non spetta nè allo Stato ne ai comuni organizzare i culti. Possiamo certamente, una volta individuate le soluzioni, seguirle con attenzione e gestire bene le problematiche amministrative e logistiche, ma non sta a noi individuare posti e luoghi di preghiera».
Opposizioni in Consiglio critiche La polemica fra Palazzo Vecchio e l’imam ha scatenato le opposizioni del Consiglio comunale di Firenze. «Pensavamo di dover fare i complimenti alla comunità islamica, alla proprietà della Manifattura Tabacchi e al Comune di Firenze per la possibilità di far svolgere il ramadan di quest’anno, tra poco meno di un mese, in un luogo dignitoso, adeguato alle esigenze religiose e di sicurezza per chi prega e per i residenti, cosa che sicuramente piazza dei Ciompi non permette da anni -hanno dichiarato il capogruppo di ‘Firenze riparte a sinistra’, Tommaso Grassi, insieme alla consigliera Donatella Verdi e al consigliere Giacomo Trombi – Nelle scorse ore la pioggia fredda di una nota squallida dell’amministrazione comunale che si lava le mani, smentisce un impegno e prende le distanze scaricando ogni responsabilità sulla comunità religiosa. Non possiamo accettare che a distanza di un anno dal clamoroso caso della caserma Lupi di Toscana, in condizioni similari, il Comune contribuisca a far fallire l’ennesimo possibile accordo su un posto alternativo a piazza dei Ciompi per lo svolgimento del Ramadan e che contribuisca nuovamente a incrinare i rapporti tra Comune e comunità nella prospettiva della costruzione di una moschea che risolva ogni tipo di problema nella nostra città, dedicando un luogo adeguato e dignitoso ad una delle confessioni religiose più numerose a Firenze, e che si è già resa disponibile a non far pesare neppure un euro sulle casse pubbliche».