mario-sconcerti-66578Il gol come gesto tecnico puro, come costruzione ed evoluzione del gioco, dai tempi pionieristici degli scudetti del Genoa e del Milan all’inizio del secolo scorso al calcio superprofessionistico e televisivo di oggi. A studiarlo e spiegarlo è il giornalista sportivo Mario Sconcerti che venerdì 17 luglio sarà a San Gimignano per presentare il suo libro “Storia del gol” (ore 19 – Parco della Rocca di Montestaffoli, ingresso gratuito). All’incontro interverrà Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo. L’iniziativa rientra nel cartellone di eventi di “San Gimignano Estate”  a cura dell’amministrazione comunale. Una storia del calcio attraverso il suo aspetto principale: il gol. Per capire che il gol è sempre diverso perchè si segna seguendo il tempo, in base alle epoche in cui si gioca. Meazza e Baggio erano della stessa bravura, ma infinitamente diversi. Perché il gol è come gli uomini, cambia con le loro abitudini. Un viaggio per capire come siamo arrivati ad amare il calcio fino a farne un oggetto inconsueto di fede. Cercando di scegliere chi siano stati i migliori attaccanti e perché.

L’autore Mario Sconcerti è nato a Firenze. Scrive di sport da quarantacinque anni dopo aver commentato mondiali di calcio, olimpiadi e Tour de France. E’ prima firma sportiva del Corriere della Sera e editorialista di Sky Sport. Questo è il suo ottavo libro.

Il volume – Il calcio come lo intendiamo oggi ha la sua origine verso la fine dell’Ottocento, quando lo scopo del gioco non è più semplicemente strappare il pallone agli avversari, ma indirizzarlo in una zona ben precisa e delimitata del campo, che assume la forma di una porta. È la nascita del gol, che di questo sport incarna l’essenza. Eppure, nonostante chiunque ne avverta quasi naturalmente il fascino e il valore incomparabile, il gol è sempre stato inteso solo come mezzo per il raggiungimento di un risultato finale, la vittoria. Sconcerti, è, invece, il primo ad averlo studiato  come gesto tecnico puro e non solo. “Il gol, quindi, – si legge tra le pagine del libro – è il manifesto di un’epoca. Non è mai uguale, ha sempre un passato e un futuro, è sempre la tappa di un’evoluzione. Studiarne la storia significa mettere insieme grandi uomini e il loro modo di costruire calcio e sentimenti. E significa anche azzardare un giudizio finale, accettare la sfida impossibile di una classifica tra leggende. Era meglio Valentino Mazoola o Boniperti? Meglio Piola o Riva? Meglio Meazza o Rivera? Meglio Pelé o Maradona? Per finire con la domanda delle domande: chi è stato il migliore di tutti? Al gol l’ardua sentenza”