Pubblichiamo l’intervista uscita questa mattina sul quotidiano La Nazione di Siena, a firma Orlando Pacchiani, al direttore generale delle Terme Antica Querciolaia Alessandro Fabbrini che detta le linee per il futuro dello stabilimento anche alla luce dei numeri positivi del 2015.

Alessandro Fabbrini
Alessandro Fabbrini

«Consolidamento dell’offerta per tutto l’anno, struttura giovane e motivata, capacità di raccordarsi con il territorio e sviluppare l’indotto». Quelle che Alessandro Fabbrini, direttore generale delle Terme Antica Querciolaia, individua per la realtà che guida, sono in realtà caratteristiche valide per tutto il comparto termale, da quindici-venti anni a questa parte. «Il mutamento genetico è avvenuto a fine anni ’90 – dice – quando le terme hanno cessato di essere un semplice luogo di cura. E la nostra realtà è stata capace di cogliere quel momento».

Rapolano Terme, Siena, Il vino incomtra l'acqua inaugurazione delle nuove vasche per l'idroterapia nella foto: nuova vasca rettangolare 2012-06-27 ©Giuseppe Pirastru

In che modo?

«Trasformando la struttura in un luogo di relax e benessere a 360 gradi. Non era semplice, perché bisognava fare in fretta e perché la concorrenza è alta, ma siamo riusciti nel tempo a differenziarci sfruttando al meglio il nostro bene primario, l’acqua. Chi non ce l’ha fatta, è rimasto tagliato fuori».

Rapolano Terme, Siena, Il vino incomtra l'acqua inaugurazione delle nuove vasche per l'idroterapia nella foto: nuova vasca rettangolare 2012-06-27 ©Giuseppe Pirastru

Crede che il termalismo sia sfruttato adeguatamente nel senese?

«Siamo la provincia più ricca d’Italia per concentrazione di stabilimenti. Dobbiamo tutti mirare sempre più a essere un riferimento dell’offerta turistica integrata, occupando uno spazio accanto alla cultura e all’enogastronomia. Garantiamo occupazione e facciamo girare molte attività intorno a noi, i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Quanto potete essere fonte di richiamo al di fuori dell’alta stagione?

«In passato il settore lavorava solo da maggio a ottobre, ora siamo aperti tutto l’anno. L’estate è un discorso a parte, ma anche nei fine settimana invernali e sotto le feste ormai registriamo numeri straordinari. Credo che il nostro punto di forza sia il rapporto qualità-prezzo, soprattutto in un periodo storico di difficoltà economica in cui le persone stanno più attente alle uscite. Da noi si possono spendere 15 euro per un’intera giornata in piscina o 150 euro con vari trattamenti, la diversificazione dell’offerta garantisce un ottimo ritorno».

Cosa cambia con la fusione con Petriolo?

«Di fatto le due strutture, che mantengono il proprio nome, si rivolgono a due pubblici diversi. A Petriolo potranno essere fatti investimenti importanti, che consentiranno anche di muovere l’economia di quel territorio».