Settanta pullman da tutta Italia fin dalle prime ore del mattino. I dipendenti di banca MPS sono giunti a Siena da ogni regione per la mobilitazione indetta contro i tagli della “manovra salva bilancio” recentemente decisa da Rocca Salimbeni. I numeri, come sempre in questi casi, sono ballerini e mentre erano 2.500 secondo le forze dell’ordine per gli organizzatori erano 8mila. Come avevano già scritto ieri il numero preciso conta poco, il valore politico c'è tutto comunque.

Tempo della protesta La città per tutta la mattina si è letteralmente fermata. Ma Sunto non suonava i suoi rintocchi. Non è infatti tempo di Palio, ma tempo di proteste. A suonare erano i fischietti, e in qualche caso i campanacci, delle migliaia di manifestanti che protestavano contro la decisione di tagliare 1500 posti di lavoro oppure di applicare contratti di solidarietà a tutti. I sindacati, in forma unitaria hanno richiesto «il ritiro del rapporto del direttore Viola e l’annullamento della delibera del cda, per ripristinare un confronto fra le parti serio, scevro da soluzioni precostituite e basato esclusivamente sul recupero della redditività per la Banca e per il Gruppo» (leggi)

Il corteo da tutta Italia Alle 11, ai giardini della Lizza, prima della partenza del corteo, si è presentato anche il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, e il presidente della Provincia, Simone Bezzini. Qualche fischio ma poco più. Poi il corteo si è sviluppato lentamente lungo le vie cittadine. Mentre i due rappresentanti delle istituzioni locali hanno preferito lasciare il corteo e raggiungere palazzo pubblico da un percorso alternativo. Tra i partecipanti alla manifestazione anche l'ex sindaco della città, Maurizio Cenni, anche per lui, pare, le contestazioni di qualche manifestante lo avrebbero fatto desistere dal continuare. Man mano che il corteo si cominciava a sviluppare si capiva la dimensione nazionale della manifestazione, con striscioni portati da lavoratori di Bari, dalla Sardegna, Latina, Milano, solo per citarne alcuni. Per molti montepaschieri quella di oggi era la prima volta a Siena. «Lavoro al Monte da 28 anni ed è la prima volta che vediamo partire da Genova un pullman per venire a Siena a manifestare in questo modo», ha detto ai nostri microfoni questa mattina una dipendente (vedi).

La via crucis del bancario La prima stazione di questa singolare via crucis del bancario montepaschino è stata in piazza Salimbeni, sede storica della banca. Molti telefonini alzati per scattare una foto e moltissimi fischietti suonati a perdifiato. Poi la seconda stazione sotto il palazzo Sansedoni in via Banchi di Sotto, sede della Fondazione. La "processione" è poi sfociata in piazza del Campo, dove i manifestanti sono stati accolti da un caldo sole primaverile. Qui tutti si sono diretti sotto le trifore del palazzo pubblico, sede del comune, già raggiunto nel frattempo dal sindaco Ceccuzzi. E chi si aspettava un incontro con una delegazione di manifestanti è rimasto deluso. L'ultima stazione, poi, di nuovo in piazzetta Salimbeni fin quasi sotto alle porte della sede storica, presidiate dalle forze dell'ordine. Fischi e urla sono saliti quando qualcuno si è affacciato da quelle finestre, ma la situazione è tornata rapidamente alla normalità. Il corteo è poi proseguito di nuovo alla Lizza dove anzichè sciogliersi si è andato concentrando in un comizio con i sindacalisti presenti.

Il commento di Ceccuzzi e Bezzini «Con la nostra presenza alla manifestazione sindacale – hanno detto in una nota il sindaco Franco Ceccuzzi e il presidente della Provincia Simone Bezzini – abbiamo voluto esprimere attenzione e rispetto per le migliaia di dipendenti che erano a Siena e per le vicende che interessano, in questo momento, il gruppo Montepaschi, la più importante azienda della città e della provincia. Siamo in una fase delicata di una difficile trattativa sindacale ed il nostro auspicio è che il confronto possa giungere ad una sintesi positiva per il futuro della banca e di tutti i suoi dipendenti». In merito alla contestazione poi hanno commentato che «la contestazione è un’espressione legittima della libertà di manifestare, e l'accettiamo come un momento di confronto, per quanto sia da ribadire che Comune e Provincia non hanno alcuna funzione di gestione né in Banca, e né in Fondazione».

In esclusiva per agenziaimpress.it le voci e le immagini dei manifestanti.