Ieri la first dame Agnese Landini Renzi, precaria, che ha trovato una cattedra nuovamente nella sua Pontassieve, aveva dichiarato come lei il prossimo 15 settembre, primo giorno dell’anno scolastico 2015/2016, sarà regolarmente in aula con i suoi studenti. I sindacati però in tutta la regione Toscana, per quella data, hanno annunciato sciopero contro la riforma denominata della ‘Buona scuola’, coinvolgendo non solo Firenze ma anche larga parte del territorio presieduto da Enrico Rossi. Si terranno infatti, come già annunciato le assemblee di tutto il personale nelle scuole di Firenze il 15 settembre prossimo, primo giorno dell’anno scolastico. L’iniziativa è stata indetta da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Snals-Confsal, Gilda-unams e Cobas Scuola che hanno convocato l’assemblea di tutto il personale di città e provincia, docente e non, al teatro Obihall (ore 8-12).
I motivi della protesta I sindacati criticano la riforma del governo, soprattutto per quanto riguarda le modalità di immissione in ruolo, le funzioni attribuite al dirigente scolastico, il meccanismo di valutazione. Firenze non sarà l’unico capoluogo che avrà un’assemblea del personale della scuola il 15 settembre: iniziative identiche sono in programma anche a Lucca e Massa. Livorno e i suoi territori “spalmeranno” le assemblee nei primi quattro giorni di scuola, dal 15 al 18 settembre tre ore al giorno. Negli altri capoluoghi, ci saranno iniziative analoghe nei giorni successivi al 15 settembre. Oggi si è schierato assolutamente contrario alle braccia incrociate degli insegnanti il sindaco Dario Nardella che non le ha mandate a dire. «E’un fatto inaudito, incredibile e penso che sia un autogol per gli stessi sindacati – ha detto Nardella – I sindacati che non hanno a cuore la scuola evidentemente. La costituzione dice che la scuola deve essere aperta a tutti ed invece alcuni dirigenti sindacali la chiudono. Noi abbiamo un Paese che vive al contrario e l’inizio dell’anno scolastico lo decidono alcuni dirigenti sindacali. Gli unici che ci rimettono, i primi che ci rimettono per primi, sono i nostri ragazzi ed i nostri studenti. Trovo che questo sia assurdo ed inaudito. Io non sono studente e non ho figli che sono alla scuola dell’obbligo però se continuiamo di questo passo i dirigenti sindacali ci diranno anche quando andare a lavorare noi con il relativo orario».