Le schiume nell’Elsa sono un fenomeno saltuario, legato alle precipitazioni ed al dilavamento dei suoli, che è presente da molti anni, senza avere causato danni ambientali, e che con ogni probabilità è almeno in parte di origine naturale. E’ quanto emerge dagli ultimi rilievi Arpat che nei giorni scorsi ha nuovamente incontrato le amministrazioni comunali dei territori interessati dal fenomeno.  

Inquinamento non responsabile Dall’incontro svoltosi a San Gimignano è emerso che «appare altamente improbabile che la causa dei fenomeni osservati sul fiume Elsa sia “l’inquinamento”  – si legge in una nota dell’Arpat – se con tale termine ci si riferisce all’esistenza di una o più cause specifiche, quali scarichi industriali, scarichi abusivi, scarichi dei depuratori centralizzati. Non esistono attività industriali con scarichi idrici che possano essere la causa di un simile fenomeno (ad esempio cartiere o concerie) e va tenuto conto che le schiume originate da scarichi industriali appaiono in genere in prossimità del punto di immissione e spariscono allontanandosi dalla sorgente per la diluizione delle acque di scarico nel fiume. Non ci sono indizi di scarichi abusivi e gli impianti di depurazione centralizzati hanno una adeguata efficienza depurativa e rispettano i limiti di legge. E’ significativo come le schiume si presentino anche con portate molto elevate, mentre eventuali scarichi avrebbero effetti negativi nelle situazioni di portata minima. Inoltre le analisi effettuate sul fiume non hanno mai riscontrato particolari criticità e sarebbero necessari scarichi inquinanti di particolare rilevanza per avere effetti sulla qualità delle acque del fiume con le elevate portate a cui si presentano le schiume.Questo non significa che non vi sia un contributo antropico alla formazione delle schiume, se ci si riferisce al contributo che può derivare dagli scaricatori di piena delle fognature, dal dilavamento di strade, piazzali, fossi in cui trovano recapito scarichi civili».

Nuove ricerche Arpat ha anche effettuato ricerche bibliografiche sui fenomeni di presenza di schiume nei fiumi e nei laghi, ed è risultato confermato che le schiume non sono di per se stesse indice di inquinamento, ma solo della presenza nella acque di sostanze che abbassano la tensione superficiale. Queste sostanze possono essere di origine naturale (derivanti ad esempio dal dilavamento dei suoli, dalla decomposizione delle foglie e dalla caduta dei pollini) o artificiale (fra cui ad esempio da scarichi industriali,, quali quelli di cartiere e concerie, dal dilavamento dei suoli agricoli, da scarichi civili, dal dilavamento di piazzali, strade).

Le prossime mosse E’ possibile che i fenomeni possano ridursi migliorando il trattamento e collettamento di scarichi civili attualmente non depurati, l’efficienza degli impianti di depurazione e della relativa rete fognaria, la gestione delle acque di piazzale. Si tratta di iniziative utili a ridurre l’inquinamento diffuso di origine antropica, che può concorrere alla formazione delle schiume, ed importanti ai fini del raggiungimento per il fiume Elsa dell’obiettivo di buono stato ambientale, da raggiungersi entro il 2015, come previsto dalla Direttiva Europea 2060/CE. Nei prossimi mesi, con la collaborazione dei gestori dei servizi di depurazione, ARPAT procederà a monitorare gli afflussi al fiume da parte degli scaricatori di piena e continuerà a collaborare con i Comuni e con i volontari ARPAT per seguire l’andamento della qualità delle acque del fiume Elsa all’altezza delle due pescaie durante gli episodi di formazione di schiume. Al contempo sono state contattati gli enti locali (Comuni, Province, Autorità di bacino, Dipartimento di prevenzione ASL) e le forze di polizia che operano sul territorio (carabinieri, corpo forestale dello stato, polizia provinciale, polizia municipale) al fine di ricevere notizie o segnalazioni di scarichi abusivi, anche da autobotti, o di presenza di schiume nel fiume o nei fossi in corrispondenza di insediamenti industriali, non rilevate durante le nostre attività di controllo svolte da ARPAT.

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