Rimanere o meno nel futuro gruppo unico delle banche di credito cooperativo «è un percorso che stiamo ancora approfondendo, dovremo trovare una sintesi e la troveremo a breve». Lo ha affermato Claudio Corsi, vicepresidente vicario di ChiantiBanca, a margine di una iniziativa di Confcooperative Toscana realizzata insieme alla Federazione regionale delle Bcc.
«Opereremo sempre per il bene comune» «La sintesi che troveremo – ha detto – sarà sempre orientata al bene comune, e ai canoni essenziali dell’essere impresa cooperativa nei confronti dei propri clienti, dei propri soci, e dei propri dipendenti. Qualsiasi scelta che verrà fatta ha solo questa motivazione». ChiantiBanca è fra le poche Bcc a rispettare il minimo patrimoniale di 200 milioni di euro per la way out. In qualità di vicepresidente della federazione toscana, Corsi ha rilevato che il modello della way out «non contrasta con i pilastri su cui si fonda la cooperazione», perché «prevede la trasformazione della cooperativa attraverso il conferimento in una Spa dell’attività bancaria, ma questa rimane proprietà della cooperativa».