All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha disposto lo spegnimento dell’inceneritore di Scarlino, sono numerose le reazioni politiche, sospese tra sollievo per il contenimento del rischio ambientale e preoccupazione per la sorte dei sessanta dipendenti dell’impianto. «Prendiamo atto della sentenza – afferma il sindaco di Scarlino Marcello Stella –. Le motivazioni della sentenza, che dovranno essere approfondite, creano preoccupazione per il futuro di un intero territorio dal punto di vista ambientale, della salute e per la perdita dei livelli occupazionali. Ci attiveremo in modo deciso affinché sia tutelato il territorio a fronte delle conseguenze della sentenza». L’assessore all’ambiente Luca Niccolini aggiunge: «Un pensiero ai lavoratori, i quali si trovano ingiustamente coinvolti in una situazione critica senza nessuna colpa, per i quali garantiamo massimo impegno nella ricerca della continuità lavorativa».
Le reazioni «Finalmente si apre una nuova fase per l’intera comunità scarlinese», afferma Monica Faenzi, deputato FI, ex sindaco di Castiglione della Pescaia e consigliere a Scarlino. Faenzi sottolinea la preoccupazione per i lavoratori «che a seguito della sentenza che ha determinato la chiusura dell’inceneritore, rischiano di rimanere senza lavoro». Ma l’accusa è rivolta a «tutto il gotha della politica di sinistra con in testa il governatore della Toscana Rossi, l’assessore regionale all’ambiente Bramerini, l’allora presidente della Provincia di Grosseto del Pd Marras, ed i sindaci del Comune di Scarlino, ha sempre cercato di insabbiare i dati allarmanti denunciati dalle associazioni ambientaliste, dallo stesso comune di Follonica e da tecnici esperti». La segretaria provinciale del Pd Barbara Pinzuti rivendica però un cambio di rotta del suo partito: «Questa sentenza traccia una linea netta che desta enorme preoccupazione ma può aprire una nuova fase. Preoccupazione per la salute dei cittadini e per il destino dei lavoratori dell’impianto. Ma alla politica spetta il compito di guardare avanti, di ripensare la gestione del ciclo dei rifiuti, di sostenere azioni ed iniziative che ne innovino il processo nella nostra provincia e diano risposte concrete in termini occupazionali». Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica, osserva che la sentenza «è una sconfitta per le amministrazioni deputate al governo del territorio e per la politica. Tutta l’impostazione data alla questione dei rifiuti in questa provincia era sbagliata da ogni punto di vista».
La società: «Sentenza ingiusta» Scarlino energia ha già fermato gli impianti, ma commenta negativamente quanto accaduto. «E’ una sentenza ingiusta – sostiene la società in una nota stampa – nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché da più valore all’opinione di un consulente di parte che non agli enti pubblici preposti alla tutela della salute e dell’ambiente. Nel merito, perché danneggia gravemente un’attività industriale che opera nel pieno rispetto della legge, con una funzione, la termovalorizzazione, considerata strategica nel ciclo dei rifiuti, mettendo a rischio l’occupazione di decine di lavoratori e determinando un immotivato allarme sociale».