Nadia Maggi rappresenta la candidatura che non ti aspetti, quella delle firme raccolte sul filo di lana, ma con un programma elettorale minuzioso, studiato nei particolari, innovativo. Sicuramente è una fuori dagli schemi politici, per intenti propulsivi, lessico e modi. Il dialogo con lei è piacevole, ricco di citazioni dotte, riferimenti culturali del passato e contemporanei, talvolta dirompenti come il rimando all’economista Galloni che parla di affiancare all’Euro tre filosofie di moneta aggiuntiva per ripristinare la sovranità monetaria dello Stato. Nadia Maggi è l’unica donna del ventaglio dei candidati. E non appare assolutamente permalosa.
Professoressa Maggi come nasce la sua candidatura?
«Nasce dalla consapevolezza che i tempi sono maturi per affidare a una donna la gestione della cosa pubblica. A Siena non c’è mai stata una donna sindaco, eppure le donne hanno una visione del mondo e una sensibilità complementare e diversa perché per loro natura rappresentano il simbolo del principio femminile, capace di accogliere la vita e di proteggerla con forza e umiltà».
Scorrendo il suo programma si possono cogliere espressioni e parole che appaiono un po’ fuori dal comune. Lei usa termini quali “rigenerarsi”, “purificarsi”, “Siena ti spalanca il cuore”, “componente spirituale e culturale”. Siena necessita di un lessico nuovo?
«Rappresentano la volontà di proporre una consapevolezza rigenerata. Umberto Eco nell’epilogo de “Il nome della rosa” afferma che oggi noi possediamo solo nudi nomi, nomina nuda tenemus, soprattutto in politica, dove la parola è usata per manipolare la verità esattamente come i dannati nell’Inferno dantesco, “e venni in loco d’ogni luce muto”, dove la parola è muta di luce e di verità. Era solo un momento fa il tempo in cui Aldo Moro o Enrico Berlinguer o Giorgio la Pira hanno usato la parola nella sua sacralità e nella sua corrispondenza con la realtà. Facevano ciò che dicevano, e dicevano ciò in cui credevano. Da questa valutazione nasce in me la necessità etica di restituire alla parola il suo compito e significato etimologico: Nomina sunt consequentia rerum (San Tommaso)».
Voi dite di rivolgervi ai poveri, ai disoccupati, ai giovani, ai pensionati troppo longevi, ai vecchi, ai malati, agli immigrati. I suoi colleghi candidati sindaco hanno fatto richiamo a classi di soggetti, più che a specifiche situazioni. Qualcuno si è limitato a parlare di aree della città, quali periferia, centro, per categorizzare le necessità del benessere e del malessere. Qual’ è la necessità di espliciti richiami?
«C’è una pericolosa condizione di isolamento nella società, dove il conformismo rappresenta una minaccia costante alla libertà, compresa quella politica. Rendere le persone estraniate nell’ambito dei rapporti personali è caratteristico di contesti dove le forme di potere hanno una tendenza totalitaria. La storica Hannah Arendt parla di “superfluità” applicata dai nazisti nei confronti degli ebrei, degli omosessuali, degli zingari, ritenuti superflui al sistema economico e politico del tempo. Oggi le categorie ritenute superflue, e solo un peso, sono in primis i milioni di poveri, i vecchi, i malati, i diversamente abili e tutti coloro che non intendono uniformarsi. L’essere umano viene visto non in quanto persona ma come massa».
Del sentimento dominante oggi nei senesi vi riferite a disillusione, amarezza, rabbia. Un po’ se la sono cercata non crede?
«Al singolo cittadino senese non può essere imputata nessuna colpa se non quella di non aver impedito che la banca storica della città potesse acquisire forma giuridica di diritto privato. Comunque i senesi non avevano gli strumenti e il potere contrattuale per potersi opporre alle scelte manovrate dai piani alti della politica finanziaria sia nazionale che internazionale».
Il turismo può rappresentare un elemento che può riportare Siena ad essere un capoluogo di fatto, un punto di riferimento per il territorio?
«Innanzitutto, vogliamo promuovere un turismo lento da contrapporre al flusso turistico sempre più mordi e fuggi, che lascia a Siena un’impronta economica sempre meno marcata. Creare per Siena un percorso ad anello che coinvolga anche le realtà della provincia attraverso una gestione integrata. Dare vita al pellegrinaggio per celebrare Siena come la città della Vergine e della straordinaria “Presenza”, testimoniata dalle Sacre Particole».
La chiusura dell’Enoteca italiana per voi cosa rappresenta?
«È rappresentativa della scarsa capacità gestionale a cui è stata affidata. Noi proponiamo per la Fortezza la creazione di una ideale cittadella enogastronomica, con mostre permanenti e tanto altro, perché la produzione culturale sia di eccellenza».
Lei parla di “istituire un rigoroso sistema di controllo dei processi di smaltimento, domestici e industriali, volto a prevenire ogni forma di inquinamento ambientale”. Come pensate di attuare questo punto?
«Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e morte che colpiscono la nostra vita e quella delle generazioni future. Per realizzare questo obiettivo occorre incrementare l’attuale sistema di raccolta differenziata tramite un continuo e costante riferimento ai processi più innovativi indicati dalla ricerca nel settore. Al tempo stesso promuovere la sensibilizzazione e la partecipazione attiva dei cittadini di ogni età per la tutela dell’ambiente. Dichiareremo Siena il primo Comune deplastificato, ridurremo così il 70 per cento del problema rifiuti costituito dalla plastica. Aderiremo al programma europeo delle macchine ad idrogeno che emettono solo vapore acqueo».
In campo economico promuovete di battere una moneta parallela all’euro e buoni comunali da spendere a Siena e l’emissione di buoni comunali. Non teme il far west monetario?
«In campo economico intendiamo non solo proporre tre filosofie di monete aggiuntive: emissione di titoli, emissione di buoni ed emissione di monete metalliche che affiancheranno l’Euro, ma vogliamo potenziare la ricerca attraverso un comitato scientifico in stretto contatto con l’Università; implementare il territorio ripartendo da un Master Plan che valorizzi il patrimonio mediante una sinergia in cui lo sviluppo di un settore stimoli quello degli altri e offra nuove opportunità occupazionali; coordinare il marketing».
Per la sicurezza nel vostro programma c’è la previsione di coinvolgere l’associazione cacciatori per presidiare il territorio.
«Proponiamo per la sicurezza una concertazione con tutte le risorse disponibili, comprese le associazioni dei cacciatori che conoscono tutte le criticità presenti».