«Il Santa Maria della Scala deve acquisire una propria identità più forte e più chiara e su questo lavoreremo». Con queste parole si è presentato alla stampa il neodirettore del complesso museale Santa Maria della Scala di Siena Daniele Pitteri che ha poi aggiunto: «ci vuole del tempo perché l’identità non è un abito che si veste da un giorno all’altro». Pitteri, esperto di comunicazione e marketing nei beni e nelle attività culturali, nell’industria e nel turismo, entrerà in carica il 2 febbraio ed è stato nominato il 15 gennaio dal sindaco di Siena Bruno Valentini a seguito della rinuncia all’incarico «per problemi personali» di Antonio Calbi.
Questione di Brand Pitteri, nato a Napoli e legato professionalmente al sistema culturale partenopeo, tesse le lodi di Siena: «E’ uno dei pochi brand internazionali del nostro Paese, forse la percezione interna non corrisponde alla percezione esterna, ma se io vado all’estero e parlo di Siena la maggior parte delle persone sanno di cosa sto parlando, paradossalmente conoscono molto meno Napoli nonostante sia molto più grande come città ma non è un brand internazionale»
Siena può essere l’ideale «Cultura è trasformazione, non esistono processi culturali là dove non ci sia un cambiamento». Così Pitteri ha risposto alla richiesta di declinare il suo significato di cultura. «Da questo punto di vista Siena può essere l’ideale, non si può e non si deve confondere la storia e il suo orgoglio con la capacità di trasformazione» ha specificato il neodirettore del Santa Maria della Scala che ha anche sottolineato: «E’ sotto gli occhi di tutti che Siena sta vivendo un cambio di muta, questo può essere positivo perché nei momenti di crisi ci sono le opportunità da cogliere per il cambiamento e per la trasformazione».
Sistema pubblico-privato Tornando all’antico Spedale Pitteri ha chiesto tempo per la progettualità dicendosi fermamente convinto che la partecipazione, sull’onda lunga degli Stati Generali della Cultura, sarà uno degli elementi cardini. Ha poi rivelato che «la situazione è complessa, con molte aspettative ma non mi spaventa». Dopo la visita dei giorni scorsi l’ha trovato «muto, incapace di comunicare le potenzialità e l’internazionalità», a rivelarlo è stato il sindaco di Siena Bruno Valentini che si è detto «ancor più convinto della scelta» dopo averlo visto al lavoro. Il primo cittadino si è poi soffermato sullo studio di fattibilità elaborato nei mesi scorsi dalla Fondazione Mps e sulla scadenza imminente (metà aprile ndr) per l’attuale concessione in gestione lasciando intendere che nelle prossime settimane ne sapremo qualcosa di più. Valentini ha poi svelato i dati sugli ingressi al Santa Maria della Scala nel 2015 che «hanno fatto registrare un + 50%» rispetto all’anno precedente. Circa 80mila contro i 55 mila del 2014. Sulla recente commistione tra pubblico e privato nella gestione del Santa Maria della Scala, alla domanda su cosa ne pensasse Pitteri ha risposto: «Per me è un valore» specificando poi di riservarsi di vedere cosa ha funzionato e cosa no.
«Non sono un docente di carriera» Pitteri ha anche un forte legame con il mondo di Confindustria e con alcune tra le più prestigiose università italiane. Nel dettaglio con la Luiss di Roma, la stessa del presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich, e con lo Iulm di Milano, da cui giunse a Siena il direttore di Siena 2019 Pierluigi Sacco. «Non sono un docente di Carriera» ha detto Pitteri specificando di essere giunto alla Luiss grazie a Massimo Baldini e allo Iulm con Alberto Abruzzese.