«In Toscana ci sono evidentemente cittadini di serie A e di serie B, i cittadini di Livorno e Pisa rientrano in quest’ultima categoria». A dirlo in una nota Roberta Sassu, segretario provinciale Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, per la provincia di Livorno, sull’organizzazione del servizio 118 di emergenza urgenza.
Progetto rimandato a data da destinarsi «Secondo la pianificazione aziendale 2018/2019 – spiega Sassu nella nota – l’Asl Toscana Nord ovest avrebbe dovuto istituire una automedica e una ambulanza con infermiere a bordo sul territorio di Livorno e Pisa città, a partire dall’inizio del 2019. Ad oggi non solo il documento è stato completamente disatteso, ma il progetto è stato rimandato a data da destinarsi senza nessuna vera motivazione da parte dell’Azienda sanitaria. Eppure l’Azienda stessa ha investito risorse per la formazione specifica degli infermieri che avrebbero dovuto prestare servizio a bordo. Questi infermieri opportunamente formati – prosegue il segretario provinciale Nursind – restano oggi fermi all’interno della centrale 118. Eppure a pochi km da noi l’organizzazione è ben diversa: a Pontedera c’è un’automedica dotata di medico e infermiere a bordo, stessa cosa per Volterra e Peccioli. Nell’intera città di Livorno, invece, ci sono unicamente due medici attivi h24 a cui se ne aggiunge uno in servizio nelle 12 ore del turno di giorno. Nella città di Pisa il servizio 118 si basa unicamente su due ambulanze con medico sulle 24 ore, oltre a un medico attivo 12 ore al giorno a metà strada tra Pisa e Livorno».
Questione di fortuna «Non c’è risposta intermedia in caso di emergenza urgenza: se un cittadino è fortunato viene soccorso da un medico, altrimenti unicamente dai volontari delle associazioni – si legge ancora nella nota -. E’ necessaria l’istituzione di almeno un’automedica con medico e infermiere a bordo e di un’ambulanza con infermiere per il territorio di Pisa e Livorno. Non si tratta di un servizio che va a sostituire quello del medico, ma al contrario lo integra e consente una miglior risposta. Non capiamo la motivazione per cui, nonostante ci siano mezzi e personale formato, l’Asl abbia fatto marcia indietro. Azienda sanitaria e Istituzioni chiariscano. In merito a ciò – conclude Roberta Sassu del Nursind – abbiamo sollecitato anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin».