FIRENZE – Malcontento in aumento all’interno del Sistema sanitario regionale. A confermarlo la presa di posizione dell’Intersindacale medica della Toscana.

“E’ giunto il momento di chiedere alla Regione di scegliere se vuole continuare ad avere un dialogo con i rappresentati degli operatori che tutti i giorni tirano la carretta della Sanità Toscana o preferisce – per tramite dei suoi direttori generali – inchinarsi all’università e perseguire in una politica che porta all’abbandono del Sistema Sanitario Regionale e la conseguente fuga dei professionisti dalla Toscana”, fanno sapere i sindacati.

Il nodo è da ascriversi in parte alla disparità di trattamento tra ospedalieri e universitari: “In alcuni atenei toscani si nega, pretestuosamente, con cavilli burocratici l’autorizzazione ad essere assunte in ospedale a giovani specializzande, vincitrici di concorso pubblico e madri da poco. Quegli stessi cavilli – degni del miglior Azzeccagarbugli – vengono utilizzati, come sembra e lo accerteremo, per paracadutare professori universitari al di fuori delle Aziende Ospedaliero Universitarie, usando la didattica come grimaldello per l’accesso alla direzione delle strutture assistenziali, strumentalmente invocata per affidare a personale universitario – a ricompensa di una mancata carriera accademica – posti apicali che la normativa assegna al personale dipendente del SSN”.

E in parte, al susseguirsi di stravolgimenti al comparto: “Non possiamo più accettare né sopportare che venga annunciato sui giornali un eufemistico piano di “limatura” del personale sanitario che prevede un ulteriore blocco delle assunzioni, senza che si sappia quali siano i criteri guida e che si continui a negare al personale ospedaliero, tra i peggio pagati d’Italia, le risorse economiche previste da una legge dello Stato”.