SAN GIULIANO TERME – Una natura possente e a tratti spietata, dove dominano lo scontro e l’opposizione. Una collina dove dorme, da secoli, un tesoro dimenticato, lasciato a sbiadire nel manto gettato dai secoli.
E ci sono volute ere affinché questo gioiello intriso di storia riuscisse a uscire dal baratro rovinoso in cui era scivolato ed arrivare ai bagliori di una nuova alba: è la grande battaglia di una piccola comunità, Ripafratta, nel Comune di San Giuliano Terme (Pisa), che ha trovato mani tese nel Comune e nella Regione che hanno acquistato questa monumentale testimonianza del passato con l’obiettivo di prendersene cura attraverso una visione di rilancio mirata, in primis, alla messa in sicurezza e alla fruibilità.
Proprio nelle scorse ore si è compiuto l’atto che sancisce il passaggio definitivo dell’antico Castello al Comune termale. Ci parlano ancora le vestigia medievali, degradate e decadenti, della gloriosa Rocca intitolata a San Paolino in quel di Ripafratta, la cui costruzione ci riporta indietro nella storia fino al X secolo: ne possiamo sentire il respiro antico e le sanguinose guerre di dominio fra pisani e lucchesi fino all’incedere della conquista fiorentina, lotte di potere che sconvolsero questo strategico castello aggrappato al colle Vergario fra gli anni 1100 e il 1200. Possiamo ancora scorgere, fra quelle pietre, l’inesorabile parabola discendente e le trame spente della storia: un oblio durato secoli, con la Rocca fagocitata e lacerata dall’incessante fluire del tempo fin quando, proprio dalla comunità di Ripafratta, iniziò a levarsi un ruggito, un senso di appartenenza a un monumento-vessillo finito a marcire da secoli in mani private.
LA STORIA DI UN SALVATAGGIO UNICO
Ed ecco fiorire, più di un lustro fa, l’associazione ‘Salviamo la Rocca’ con l’intento di strappare dall’oblio la monumentale sentinella che occhieggia ‘acciaccata’ dal colle Vergario. Un vero e proprio movimento che ha coinvolto anche gli enti pubblici, Comune di San Giuliano Terme in primis, che, lo scorso primo febbraio, ha acquistato con un co-finanziamento regionale (il campanile guidato dal sindaco Sergio di Maio ha impegnato 30 mila euro, mentre sono 100 mila gli euro piovuti da Firenze) la Rocca di Ripafratta. Adesso pubblica, di tutti. Il rogito è fresco di firma siglato in queste ore, mentre domenica 2 maggio si spalancheranno le porte del fortino per i visitatori con un tour guidato proprio per festeggiare il recente passaggio del monumento nella mano pubblica.
“Sono stati anni, nove per l’esattezza, in cui tutta la comunità di Ripafratta ha fatto fronte comune per salvare la Rocca – racconta l’ex presidente dell’associazione Francesco Noferi – il monumento appare come un rudere perché inghiottito dalla vegetazione, ma sono ancora visibili corridoi, bastioni e sotterranei. E’ il simbolo del nostro paese, è un luogo che appartiene a tutti noi da sempre: adesso la Rocca è divenuta patrimonio della collettività e l’auspicio è che veda la luce una progettazione che miri non solo all’accessibilità e alla pulizia, ma anche a un recupero strutturale”.
Già si fa strada un progetto con l’Università di Pisa, con un comitato promotore in cabina di regia, per creare un primo architrave e dare nuova linfa al monumento. L’attuale presidente dell’associazione ‘Salviamo la Rocca’, Baldassare Fronte, parla di ‘un punto di svolta atteso da decenni. Già attorno agli anni ’80 e ’90 furono messi in atto tentativi per recuperare il monumento, idee che non sfociarono in un nulla di fatto. Adesso ci siamo: come associazione continueremo a essere promotori di progetti per la tutela e per il recupero della Rocca. E’ un fatto storico, perché con il passaggio di proprietà, dal privato al pubblico, possiamo ingranare la marcia su progetti sui quali sta lavorando anche l’ateneo pisano per accedere a finanziamenti, ossigeno puro per restituire alla Rocca il suo segno distintivo, per spezzare la patina lasciata dai secoli”.
Per prenotare la visita è necessario inviare una mail a info@salviamolarocca.it, oppure un messaggio WhatsApp al numero 339-8358584.
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