Chissà come sarebbe finita se Sinisa Mihajlovic fosse diventato allenatore della Fiorentina non nella stagione successiva ai cinque anni di guida di Cesare Prandelli a Firenze. E cosa sarebbe successo se Riccardo Garrone avesse accontentato il proprio istinto 3 anni e mezzo fa, ed invece di assumere Gianluca Aztori, avesse scelto come tecnico doriano l’ex bomber blucerchiato Vincenzo Montella, fresco di settore giovanile con la Roma.
Storia di sliding doors Sampdoria – Fiorentina di domenica prossima è anche una storia di sliding doors, ovvero storie che potevano andare in una direzione, ed invece ne hanno presa un’altra, con i due allenatori sulle rispettive panchine che hanno un passato nel club che sfideranno, anche se nell’immagine collettiva Mihajlovic e Montella sono soprattutto legati alla Samp di Paolo Mantovani, quella che faceva faville in Italia ma anche in Europa, tanto che ogni volta che torna a sfidare la Doria, l’Aereoplanino viene osannato dalla Gradinata sud di Marassi. Il destino del tecnico classe ’74 di Pomigliano d’Arco è nato a Firenze proprio perché il suo predecessore, il classe ’69 di Vukovar, ha fallito in riva all’Arno, autore di un anno e mezzo nel grigiume generale, con tanto di dichiarazioni di guerra da vincere sul campo, e di obiettivi da centrare, poi mai realizzatesi. Chissà cosa sarebbe successo se Mihajlovic avesse potuto lavorare con un direttore sportivo non in preda ai deliri di ogni potenza (Pantaleo Corvino), abbandonato dai vertici del club (i Della Valle in dismissione post Calciopoli) e in una piazza che, non rimpiangeva il suo predecessore (l’oggi allenatore del Galatasaray, Cesare Prandelli). Montella invece si è preso la Fiorentina in piena fase di rilancio, con metodi gentili e intenso lavoro, tanto da portarla alla conquista di due quarti posti e molta voglia ancora di stupire.
Voglia di vincere e stupire Sampdoria – Fiorentina di domenica prossima è il desiderio di continuare a stupire di Gastaldello e compagni, contro l’auspicio di rilancio dei viola, reduci dal successo per tre a zero sull’Udinese nel turno infrasettimanale. Ma sarà anche la voglia di confermarsi di El Khouma Babacar, fatto esordire in serie A, a quasi 17 anni da Prandelli, eletto a vice Gilardino ai tempi in cui allenatore gigliato era Mihajlovic, mandato in prestito nelle prime due stagioni da tecnico di Montella, ed oggi assorto alle cronache per i quattro gol in otto presenze in questo campionato. Un Under 21 che sembrava essersi perso, ed invece si è ritrovato, orgoglio ed eccellenza del settore giovanile gigliato. Uno per cui l’ex c.t. della Nazionale azzurra disse: «Ha prospettive illimitate», e che Firenze ed i tifosi viola hanno una voglia matta di godersi fino in fondo, sperando che stavolta lo sliding doors della storia calcistica, visto che senza il nuovo infortunio di Mario Gomez, Babacar avrebbe facilmente trascorso questa prima parte di stagione in panchina, abbia effetti positivi a lungo termine sul futuro gigliato.