Il Santa Maria della Scala non chiude ma la cultura a Siena non gode certo di buona salute. È del 30 agosto scorso l’annuncio che il commissario straordinario del Comune di Siena Enrico Laudanna è riuscito a scongiurare la chiusura dei lucchetti alle porte del principale complesso museale senese e simbolo della candidatura a Siena Capitale Europea della Cultura 2019 (leggi). L’affidamento temporaneo del servizio di sorveglianza garantisce, per ora, la continuità dell’apertura al pubblico delle principali Sale dell’importante struttura culturale. Ma tutto questo non può ancora bastare. E il problema, come sempre, arriva su Facebook, sempre più canale preferenziale di molti cittadini per la denuncia di problemi di carattere pubblico-amministrativo. “Salviamo Il Santa Maria Della Scala Dalla Chiusura” è questo il nome della pagina aperta sul social network per denunciare lo stato di crisi in cui versa l’ex ospedale dei pellegrini che si trova in Piazza Duomo a Siena. Un profilo pubblico aperto lo scorso 24 agosto (una settimana prima dell’annuncio di Laudanna del salvataggio del Santa Maria) e che in rapidissimo tempo ha raccolto oltre 1200 “mi piace”.
Il fondatoreA creare la pagina un giovane studente d’arte, Giulio Burresi, membro dell’Osservatorio “Per la Cultura a Siena”. «Mi trovavo proprio al Santa Maria della Scala quando uscì la notizia di una chiusura imminente – racconta Giulio Burresi -. Così ho aperto questa pagina Facebook per sensibilizzare i cittadini su quella che si presentava come una vergogna non solo per Siena ma per tutta la cultura mondiale. Nella stessa pagina ho iniziato a inserire post per parlare della difesa del patrimonio artistico inteso come difesa del patrimonio civico, così come recita l’Articolo 9 della Costituzione Italiana». (guarda il video con l’intervista completa)
Per il futuro?L’ex ospedale senese, oggi polo museale, per oggi quindi è salvo ma la battaglia online della pagina Facebook continua. E non solo sul social. Laudanna ha reso noto che è già in fase di avanzata predisposizione l’istruttoria di un’apposita gara per la gestione dell’intero complesso museale, in relazione alle promesse risorse finanziarie che perverranno dalla Regione Toscana e dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. Quelli del Monte, lo ricordiamo, sono quelli che inizialmente erano stati riservati ai festeggiamenti del Capodanno senese, ad oggi revocati. Tutto questo però potrà bastare? Al di là dell’aspetto prettamente culturale, c’è anche da passare al vaglio altre problematiche come quelle che vivono sulla propria pelle i membri della Cooperativa Sociale Zelig che gestisce i servizi all’interno del museo. Non arrivano informazioni ufficiali, ma sembra che tutt’oggi la situazione per chi lavora all’interno del Santa Maria non sia delle più rosee. Insomma, il principale complesso museale senese è diventato sì un simbolo ma invece di rappresentare la candidatura a Capitale Europea della Cultura rischia di essere l’immagine catartica della crisi, economica, politica e amministrativa che ha investito la Città del Palio.
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