«Come è possibile che una Regione seria come la Toscana consenta una cosa del genere?». Il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi affida a twitter il suo stupore per la presenza, alla Asl di Lucca, di un «ambulatorio di omeopatia, ginecologia e oncologia». Ad occuparsi della vicenda è oggi il quotidiano La Repubblica, nelle sue pagine locali, che riportano anche la spiegazione data da Elio Rossi, che coordina il centro di riferimento regionale per l’omeopatia: «Insieme all’oncologia di Lucca abbiamo aperto un ambulatorio che si chiama ‘medicine complementari e alimentazioni in oncologia’ che si occupa di sostenere i pazienti oncologici riducendo gli effetti avversi delle terapie come la chemio». La «sorpresa» di Ricciardi, tuttavia, «è che in un’epoca di scarse risorse per il servizio sanitario nazionale, parte di quelle pubbliche vadano ad attività di nessuna evidenza scientifica, come hanno riconosciuto sia in Francia che negli Usa». Ed ancora: «Chi vuole curarsi con l’omeopatia ha tutto il diritto di farlo, ma fuori dal servizio sanitario pubblico».
Attività extra-Lea e senza finanziamenti nazionali L’omeopatia, viene però spiegato, è una attività extra-Lea è viene erogata senza il ricorso a finanziamenti nazionali e, dice ancora Rossi, l’iniziativa ha avuto «buoni risultati di gradimento, tanto che la Regione ha fatto una delibera nel 2015 per integrare le terapie complementari per l’assistenza di supporto ai pazienti oncologici. A Lucca siamo presenti ormai dal 1998».