Non accenna ad attenuarsi la fase negativa del sistema imprenditoriale lucchese. Una fase che, secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Lucca, dura oramai da un decennio ma che nel corso dell’ultimo anno ha visto le aperture e le chiusure di imprese toccare il minimo storico, evidenziando, in questo modo, una scarsa vitalità del sistema imprenditoriale provinciale. «Occorre sostenere la vitalità imprenditoriale in provincia, ancora troppo stagnante, – ha dichiarato Giorgio Bartoli, presidente della Camera di Commercio di Lucca – cercando di cogliere i segnali di debolezza presenti sul territorio. Le imprese lucchesi sono molto forti sui mercati internazionali, che però diventano ogni giorno più competitivi. I nostri sforzi devono concentrarsi anche sul mercato interno per permettere alle aziende non internazionalizzate di riprendere a crescere e portare ricchezza sul territorio».

Giorgio Bartoli, presidente della Camera di Commercio di Lucca

I numeri La Camera di Commercio ha registrato un aumento delle società di capitali (soprattutto srl e srl semplificate), mentre calano le imprese individuali e le società di persone ed il comparto che evidenzia anche nel 2018 maggiori difficoltà. Nell’anno appena concluso, la Camera di Commercio ha registrato l’iscrizione di 2mila 364 nuove imprese (138 in meno rispetto al 2017) e di 2mila 579 chiusure di impresa (20 unità in meno rispetto ai 12 mesi precedenti), consegnando a fine dicembre un saldo negativo per 215 imprese e portando il numero delle imprese presenti nel Registro delle Imprese (attive, inattive, sospese, con procedure concorsuali, in scioglimento o liquidazione) al 31 dicembre 2018 a quota 42mila 881 unità, in calo del 0,4% rispetto al 2017.

Andamento peggiore rispetto al resto della Toscana Sono diminuite le imprese attive, scese a quota 36mila 301, con una flessione del -0,6% (-201 imprese) rispetto al 2017: si tratta di un andamento peggiore rispetto alla media regionale che si attesta a un meno 0,3%. A livello settoriale si rileva una flessione particolarmente significativa per le costruzioni (-1,8% le imprese attive), mentre manifatturiero (-1,0%) e agricoltura (-0,2%) hanno limitato le perdite. Anche i servizi (-0,2%) hanno chiuso il 2018 col segno meno, soprattutto per il calo del commercio (-1,3%; -126 unità) e la lieve flessione delle attività di trasporto e magazzinaggio; in crescita invece l’alloggio e ristorazione, le attività immobiliari, i servizi d’informazione e comunicazione e le attività professionali e scientifiche.

Artigianato, minimo storico di iscrizioni Guardando all’artigianato, il bilancio del 2018 risulta ancora negativo, con il numero di imprese attive in provincia a fine dicembre sceso a 11mila 252 unità (-1,8%), per un’incidenza artigiana del 31% sul tessuto imprenditoriale operativo provinciale. Il comparto resta in difficoltà, con il minimo storico di 680 iscrizioni (5,9% delle registrate) e di 895 cessazioni (7,8%). A mostrare le maggiori difficoltà è ancora una volta il comparto delle costruzioni, in calo del -2,5% nell’anno, ma subiscono contrazioni anche il settore industriale (-2,2%) e quello dei servizi (-0,8%).

Imprese femminili stabili, bene quelle guidate da stranieri Positivo l’andamento delle imprese guidate da stranieri, cresciute del +0,8% per 3mila 933 unità operative in provincia a fine 2018 e un’incidenza sul totale imprese del 10,8% (Toscana: 14,6%; Italia: 10,4%). Stabili le imprese femminili (+0,1%), con 8mila 266 unità attive per un’incidenza del 22,8% (Toscana: 23,8%; Italia: 22,6%).

Diminuzione omogena sul territorio L’andamento interno al territorio provinciale evidenzia infine come le diminuzioni riguardino tutte le aree territoriali: la Piana di Lucca (15mila 362 imprese attive) ha segnato un calo del -0,2% (-32 unità), la Versilia (16mila 492) una diminuzione del -0,6% (-98 imprese), mentre nella Valle del Serchio (4mila 447) la flessione è arrivata al -1,6% (-71 unità).