Cinque gruppi di fama nazionale, tanti personaggi che si alterneranno sul palco, sei le associazioni coinvolte per una iniziativa che si inserisce nella giornata mondiale contro la pena di morte fissata ufficialmente lo scorso 10 ottobre ma che a Siena prosegue anche venerdì 15 ottobre.  “Sakineh, nessuna pietra sopra!” è il titolo dell’evento organizzato dlal’Associazione Noi con la collaborazione di Siena Rock, Rock Factory, Fondazione Derek Rocco Barnabei, Unicef, Associazione Antigone e con il patrocinio della Provincia di Siena e del Comune di Siena. Un evento che fin dal titolo mira a sensibilizzare l’attenzione pubblica contro la pena di morte, contro la violenza sulle donne, prendendo spunto da quella terribile idea di lapidazione che l’Iran aveva voluto per Sakineh, simbolo odierno della condizione femminile in certi Paesi. Si è pensato a un lungo concerto, si è pensato a una riflessione che attirasse molto i giovani anche perché su loro, domani, graverà il peso delle decisioni e a loro va trasmesso il valore della democrazia, dei diritti umani che troppo spesso, nel terzo millennio, vengono a mancare anche in Paesi che si dichiarano democratici, appunto. Tutto questo accade mentre in Iran sono stati arrestati il figlio della donna condannata a morte e il suo legale mentre si apprestavano a rilasciare interviste. Ecco, dunque, che la mancanza di democrazia si svela anche nel tentativo di imbavagliare la comunicazione.


L’evento – Piazza Matteotti a Siena sarà lo sfondo su cui per tutta la giornata di venerdì 15 ottobre, a partire dalle 17.30, partirà il tour de force fatto di rock e impegno sociale, con grandi nomi della musica e personaggi senesi che si alterneranno, presentati dalle due giornaliste senesi Katiuscia Vaselli e Cristiana Mastacchi. La voce della grande attrice Paola Lambardi, accompagnerà il pubblico nell’attesa tra un gruppo e l’altro. Così come i rappresentanti delle associazioni che hanno voluto questo evento e tanti altri personaggi impegnati sul sociale, tra cui alcuni parlamentari.


Noi – “Il ruolo dell’associazione Noi è tra gli altri quello di affiancare ad una azione pragmatica e concreta sul territorio, rivolta ai problemi della gente comune, un progetto per rimettere al centro del nostro vivere sociale quei valori semplici ma fondamentali che oggi questo mondo così evanescente ha relegato in un angolo – spiega il presidente dell’associazione Noi David Chiti (foto) – Noi grida con forza la ferma condanna alla pena di morte e ne chiede la moratoria universale. Lo facciamo come possiamo, gridando dalla nostra terra con la voce della nostra gente: sul palco si esibiranno molti artisti senesi ma non solo, espressione di buona musica ma, soprattutto, espressione della nostra cultura, di chi siamo. Lo facciamo perché la pena di morte non è strumento di giustizia dell`uomo sull`uomo ma solo un modo per manifestarne la più cruda barbarie”.

Pena di morte – “L’iniziativa per la Fondazione ha anche lo scopo di ricordare che lo scorso 10 ottobre è stata la giornata mondiale contro la pena di morte, noi aderiamo con questa iniziativa per rafforzare il signfiicato del nostro impegno – ha detto Anna Carli, presidente della Fondazione Derek Rocco Barnabei – L’impegno contro la pena di morte per Sakineh, come per Teresa Lewis, viene rafforzato dal fatto di scontrarsi con Autorità di Paesi che non intendono aderire alla moratoria ONU. La giustizia iraniana che cambia l’imputazione per Sakineh e trasforma la lapidazione in impiccagione risponde agli appelli continuando ad ignorare il rispetto dei diritti umani e a scambiare la violenza di stato con la giusta pena da infliggere a chi commette un reato. L’impegno per Sakineh è un impegno che mette in evidenza un problema generico, sono 5 in tutto le donne iraniane condannate a morte”.


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