Secondo i dati diffusi dall’azienda distributrice della pillola abortiva RU486, la Toscana risulterebbe in testa alla classifica delle regioni, con 318 ordini. La Regione ha acquistato 218 confezioni, 97 già distribuite ai reparti. L’assessore alla salute della Toscana Daniela Scaramuccia, ha chiarito che le ordinazioni di Ru486 sono in primo luogo il frutto di un errore di spedizione. “L’Estav Centro aveva ordinato 300 compresse, e per errore la ditta ha mandato 300 confezioni: quindi ne ha rimandate indietro 200, trattenendone solo 100”. A ogni confezione corrispondono tre compresse per l’interruzione volontaria di gravidanza. La Toscana ha un sistema centralizzato di acquisti, tramite gli Estav, gli enti di area vasta.


La Regione – ”La Toscana – afferma la Scaramuccia – ha dimostrato finora, attraverso i principi che sostengono la sua politica e le azioni che quotidianamente si compiono nelle strutture e nei servizi sanitari, di essere una regione della vita. Lo ha dimostrato nei fatti, non solo a parole, e continuera’ a farlo. Negli ultimi anni il numero degli aborti e’ in calo costante: erano 8.879 nel 2006, sono stati 7.610 nel 2009, con una diminuzione assoluta di 1.269”. Il quadro corretto degli ordini fatti in Toscana è di 218 confezioni acquistate e di 97 distribuite ai reparti. “Ma questi numeri – sottolinea l’assessore Scaramuccia – non vanno assolutamente associati a interruzioni di gravidanza fatte. Nel corso della sperimentazione si è visto che le interruzioni di gravidanza fatte con la pillola Ru486 sono il 2% rispetto a quelle fatte con l’aborto chirurgico”.


Nordic Pharma – Sarebbe solo a causa del sistema centralizzato e di un errore della Nordic Pharma se su 1069 ordini effettuati in tutta Italia, ben 318 risultano in Toscana. Marco Durini, direttore medico dell’azienda di distribuzione ha dichiarato che “al momento, nella maggior parte dei casi, siamo al primo ordine ed è ancora presto per capire che peso assumerà la Ru486 rispetto all’aborto chirurgico. Però alcuni elementi possono essere presi in considerazione. Ad esempio in Toscana le aziende ospedaliere di Grosseto, Pisa e Firenze-Prato hanno già fatto dei riordini, come avvenuto a Torino, da parte dell’ospedale S. Anna che ha fatto richieste supplementari. Per il resto si tratta ancora di piccoli numeri, riordini bassi per evitare lo stoccaggio, concentrati per lo più al Nord”.


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