Toscana prima in classifica per richieste della pillola abortiva. Lo rivela un’indagine di Quotidiano Sanita’, giornale on-line di informazione sanitaria dopo poco più di un mese dall’arrivo in Italia della tanto chiacchierata RU486. Ad oggi le confezioni consegnate su tutto il territorio nazionale dalla Nordic Pharma, l’azienda che distribuisce in esclusiva in Italia il farmaco abortivo, sono poco meno di 1.100 (ogni confezione contiene le tre pillole necessarie per l’aborto).


La situazione regione per regione – La Toscana e’ decisamente in testa con 318 ordini, seguita dalla Lombardia con 208 confezioni consegnate. All’ultimo posto Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise e Valle d’Aosta con 5 confezioni ciascuna. Calabria, Lazio, Sicilia e Umbria non hanno invece ancora effettuato alcun ordine. Significativo il dato del Trentino Alto Adige con 56 ordinativi, poco inferiori a quelli dell’Emilia Romagna (69) che ha una popolazione quattro volte superiore. Interessanti anche i dati del Veneto (53 ordini) e soprattutto Piemonte (148 ordini), le due regioni governate dalla Lega, i cui presidenti Zaia e Cota avevano in un primo tempo annunciato il loro no alla RU 486. In sostanza, a leggere i dati regione per regione si conferma un approccio al farmaco abortivo estremamente differenziato, anche indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni regionali. Altro dato da tenere sotto la lente e’ quello relativo ai riordini della RU486. ”Il riordino – spiegano infatti dalla Nordic – da’ la misura di come e se la Regione stia utilizzando il farmaco. Al momento, nella maggior parte dei casi, siamo al primo ordine ed e’ ancora presto per capire che peso assumera’ la RU 486 rispetto all’aborto chirurgico. Pero’ alcuni elementi possono essere presi in considerazione.  Ad esempio in Toscana le aziende ospedaliere di Grosseto, Pisa e Firenze-Prato hanno gia’ fatto dei riordini, come avvenuto a Torino, da parte dell’ospedale S. Anna che ha fatto richieste supplementari. Per il resto si tratta ancora di piccoli numeri, riordini bassi per evitare lo stoccaggio, concentrati per lo piu’ al Nord”.


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