La “provincia rossa” non c’è più. Le elezioni del 2018 passeranno alla storia per aver decretato la fine del risultato scontato per il centrosinistra in centro Italia. La Lega di Matteo Salvini prendere voti laddove la sinistra toccava livelli di consenso bulgaro. Le cause del cambiamento in queste terre vanno sicuramente ricercate nelle politiche degli ultimi 30 anni. Il valore culturale della caduta del muro di Berlino è stato recepito con impressionante ritardo. Tutto sembrava risolto dalla fusione a freddo tra pezzi della sinistra progressista e del cattolicesimo sociale, e la nascita del Partito Democratico.
Arezzo, il premio Oscar a sorpresa al centrodestra Così assistiamo che ad Arezzo il centrodestra vince il collegio uninominale alla Camera con Maurizio D’Ettore che stacca di quasi 4 punti percentuali il centrosinistra. Qua il voto oltre ad avere il valore simbolico del riscatto di quella parte di mondo politico che ha sempre preteso di poter rappresentare un’alternativa politica e culturale alla “egemonia rossa”, rappresenta al tempo stesso il giudizio di metà mandato dell’amministrazione cittadina che è guidata dal centrodestra. Lucia Tanti che di Arezzo è assessore al sociale, alle infrastrutture, alla sanità e alla famiglia, lo dice chiaramente. «Se questa mattina avessimo avuto un risultato negativo, di controtendenza con i risultati del Paese, questo si sarebbe trasformato immediatamente in giudizio negativo sul lavoro della nostra giunta». La Tanti stigmatizza la vittoria all’uninominale nel collegio di Arezzo: «In città il centrodestra vinceva le amministrative, ma poi a livello nazionale votava sempre nella stessa direzione. In questa tornata elettorale la tendenza è cambiata. Penso che il valore dei candidati proposti è stato pienamente premiato. Si tratta di gente che per anni ha lavorato sul territorio». E infine, visto che lo spoglio ha coinciso con la “Notte degli Oscar”, l’assessore sposa una metafora cinematografica: «Se fosse un film quello di Arezzo sarebbe il risultato di un premio Oscar a sorpresa. Allora dovremmo assegnare il premio per miglior regista a Stefano Mugnai, di migliore attore protagonista a Maurizio D’Ettore e di miglior produttore al Sindaco di Arezzo».
Siena, regge il Pd ma trema in vista delle comunali A Siena il centrosinistra si conferma primo schieramento con il 38,33% premiando la candidatura del ministro Pier Carlo Padoan. Il centrodestra che aveva contrapposto al Ministro per l’economia il consigliere regionale leghista Claudio Borghi si ferma al 31,48%. Nella città del Palio la Lega fa registrare un 10,71. Il Movimento 5 Stelle il 19,50. Qua in primavera si voterà per le comunali. Il coordinatore regionale di Forza Italia Stefano Mugnai qualche giorno fa aveva fatto sapere che la Casa delle Libertà avrebbe affrontato la sfida delle amministrative facendo leva sul senso di civismo presente a Siena. Il probabile candidato dovrebbe essere Luigi De Mossi, ma tempo ce n’è e gli scenari possono cambiare. Perché alla Lega piacerebbe capitalizzare il risultato elettorale, mettere in cascina oltre che il fieno del consenso anche manovalanza pronta ad affrontare a viso aperto la sfida dell’alternativa. Il Consigliere regionale Marco Casucci ne è convinto: «Certamente auspichiamo per Siena ad un candidato Sindaco della Lega. I risultati ci dicono che dobbiamo affrontare in tal senso la sfida dell’alternativa ovunque. Perché noi siamo alternativa, senza se e senza ma». Il consigliere Casucci ritiene che il risultato elettorale premia il radicamento della lega in tutti i territori toscani, grazie all’impegno di persone serie ed affidabili. «I temi della sicurezza, dell’immigrazione, la questione sociale, quella economica, favoriscono la rivoluzione del consenso nella nostra direzione perché affrontiamo questioni reali, che la gente sente sulla propria pelle, non per sentito dire. – Spiega Casucci – Il nostro più che populismo è aderenza al popolo».
Grosseto, conferme dopo le urne amministrative E ad essere aderente al popolo sarà sicuramente il leghista Mario Lolini che a Grosseto vince la sfida dell’uninominale contro Leonardo Marras distaccandolo di 9 punti percentuali. Anche Grosseto come Arezzo è guidata dal centrodestra, con Vivarelli Colonna che ha vinto le elezioni del giugno 2016. Se dopo un anno e mezzo il risultato elettorale conferma quello delle ultime amministrative significa che l’azione politica del centrodestra è stata penetrante, quindi non di mero voto d’opinione come può dirsi ad esempio del voto pentastellato.
Al Senato Fedeli bocciatura eclatante Stando all’uninominale, al sud della Toscana per il Senato ce la fa Riccardo Nencini del centrosinistra con il 34,97% che vince ad Arezzo/Siena sulla candidata del centrodestra Tiziana Nisini (33,88%). I 5 Stelle si fermano al 23,24 con Donella Bonciani. Il centrodestra però vince il collegio uninominale di Grosseto/Livorno con Roberto Berardi che prende il 33,21% dei voti. Il centrosinistra schierava Silvia Velo che si ferma al 30,52%. Terzo il comandante De Falco famoso per il “Schettino salga a bordo”, che si ferma al 27,06%. Bocciatura per il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli che perde lo storico collegio di Pisa al Senato: vince Rosellina Sbrana del centrodestra con il 32,75 contro il 32,03 della Fedeli. Tornando alle nostre tre province del sud della Toscana, i grillini non raccolgono alcun deputato o senatore all’uninominale. Pur facendo buoni risultati, la sensazione è che non riescano a trasformare il voto di opinione in giudizio di fiducia di buona amministrazione.