Un patto di fine legislatura per arrivare al varo della riforma elettorale toscana, del nuovo piano sociosanitario e della legge urbanistica, oltre al piano per il paesaggio, quello ambientale e quello dei rifiuti e l'istituzione della Fondazione Cultura Toscana. Questa la proposta che il presidente della Regione Enrico Rossi presenterà al Consiglio regionale nella seduta di martedì prossimo. Nell'occasione Rossi chiederà che l'Assemblea, e in particolare la maggioranza, si esprima su questi aspetti programmatici e sul recente riordino della Giunta regionale. Il governatore ha inviato oggi una bozza della sua comunicazione ai vari consiglieri. Nel documento Rossi sottolinea come la crisi degli ultimi anni abbia portato, oltre a effetti sull'economia, «a processi di trasformazione profonda nel campo della maggioranza in Consiglio regionale, che nell'opposizione. E' evidente che tutto ciò impone che si proceda in quest'aula ad una valutazione dello stato delle cose presenti per delineare il percorso di un patto di fine legislatura». Per Rossi «si tratta di certificare la volontà di accelerare il passo per offrire e consolidare questi risultati alla società toscana. Oppure, viceversa, verificare che non esistono le condizioni per affrontare questo scatto finale». Da qui la richiesta in caso di non voto favorevole del ricorso alle elezioni fin dal mese di maggio.

Botta e risposta Quanto al cambio della Giunta regionale, con l'ingresso della renziana Stefania Saccardi, fino a pochi giorni fa vicesindaco di Firenze, alla vicepresidenza della Regione, Rossi corregge il tiro dopo le esternazioni dei giorni scorsi in cui aveva parlato di «riordino anche per aiutare Renzi». Nel documento si legge che il cambio sarebbe avvenuto dopo aver valutato «la necessità di un rilancio dell'azione di governo in questo finale di legislatura, con l'immissione di forze nuove che ci consentiranno meglio di perseguire l'obiettivo». Del resto quelle frasi non erano piaciute all’ex vice sindaco di Palazzo Vecchio soprattutto il collegamento diretto tra il suo approdo in Regione e la necessità di far posto a Dario Nardella come vicesindaco. «Mi viene da sorridere rispetto a questo collegamento diretto che non c'è. Il mio nome per la giunta regionale – ha detto Stefania Saccardi – circolava da oltre un mese, prima dell'incarico di Napolitano a Renzi e quindi quando ancora era Matteo il candidato sindaco a Firenze. Ed il mio approdo alla giunta regionale era motivato indubbiamente anche dall'ascesa di Renzi alla segreteria Pd, ma soprattutto dal mutato quadro politico rispetto al 2010. Dunque la questione di lasciare il posto a Nardella in giunta a Firenze, non c'entra nulla. I tempi hanno coinciso, le condizioni politiche – ha concluso – sussistevano da tempo».