Rossi fa il Bersani. Ma senza cercare di smacchiare nessun giaguaro. In quest’occasione, il presidente della Regione Toscana interviene sulla chiusura delle indagini sull’acquisizione di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi, riecheggiando quelle che erano state le parole dell’ex segretario del Pd, dette proprio a Siena durante la campagna per le primarie nel ballottaggio che lo vedeva opposto al sindaco di Firenze Matteo Renzi. «Chi sperava in un coinvolgimento del Pd in cambio di soldi, ora andrebbe semplicemente sbranato», ha postato su Facebook il governatore toscano.
 
Sull’inchiesta-Antonveneta I magistrati titolari dell’inchiesta, durante la conferenza stampa che si è tenuta al comando senese della Guardia di Finanza, hanno escluso la circolazione di tangenti (leggi), e Rossi riparte proprio da quel concetto: «nessuna mazzetta ai partiti della sinistra e neppure arricchimenti personali», aggiunge il presidente che sottolinea come «i reati, pure gravissimi per i suoi effetti distruttivi sul Monte, sono di tipo finanziario. Grillo e Casaleggio e la destra berlusconiana – prosegue – ora dovrebbero trovare le parole per rimangiarsi le invettive gratuite su cui costruirono un pezzo decisivo della campagna elettorale per le ultime politiche».
 
Responsabilità del Pd Ma qualche errore la sinistra l’ha commesso. Lo evidenzia lo stesso Enrico Rossi nel suo post: «Nulla toglie gli errori di valutazione, le comunicazioni false per coprire bilanci a rischio, l'intreccio localistico insostenibile tra politica e banca, la mancanza di spirito critico da parte della sinistra verso la finanza dei derivati». Rossi si limita a questo e lì scatta qualche commento polemico al suo post. Soprattutto in relazione alle strette relazioni che gran parte della sinistra toscana aveva con la vecchia governance della Banca Mps, finita nel registro degli indagati. C’è anche chi punta il dito sul Pd per aver formato adesso un governo al fianco del PdL di Berlusconi: tra i 125 che hanno aggiunto un commento all’intervento di Rossi si registrano sia coloro che si schierano a favore sia quelli che si pongono in maniera veemente e, soprattutto, contro. Insomma, il “governatore voleva essere sbranare” adesso dovrà anche un po’ difendersi per non essere sbranato lui stesso da alcune delle sue utenze Facebook.