“Sento che abbiamo da assolvere ad una grande missione”, scriveva Carlo Rosselli all’indomani dell’avvento del fascismo in Italia. E quella missione l’intellettuale fiorentino, autore di un classico del pensiero socialista, “Socialismo liberale”, la compì fino in fondo, ucciso insieme al fratello Nello da sicari fascisti. In nome di quel martirio, da trent’anni viene stampata la rivista “Quaderni del Circolo Rosselli”, diretta da Valdo Spini. Per festeggiare la ricorrenza e presentare l’ultimo numero dedicato alla figura di Amelia Pincherle Rosselli, madre di Carlo e Nello, ebrea e attivista del movimento femminile, è stata organizzata una presentazione a Torino nell’ambito del Salone del libro. La rivista è ospitata, insieme al Coordinamento delle riviste italiane di cultura (Cric) nello stand di Toscanalibri.it.

Oggi che fare? “Dal 1981 sono usciti 112 fascicoli e 2 supplementi. Una prova di vitalità e di attualità del pensiero rosselliano, un servizio che abbiamo reso al paese”, così Valdo Spini nel suo intervento. In questi anni abbiamo anche parlato della storia del movimento socialista in Italia ma anche di questione morale, ben prima che questa scoppiasse nei primi anni ’90 con Tangentopoli e che si riproponesse oggi per chiudere definitivamente con la Seconda Repubblica. Oggi, di fronte a questa crisi finanziaria internazionale e di valori, viene da domandarsi che fare? Noi, di fronte ad un governo tecnico e alla afonia della sinistra italiana, rilanciamo con forza la sfida del riformismo. Anche in nome dell’attualità del pensiero di Carlo Rosselli e del suo Giustizia e Libertà”.

L’attualità del socialismo liberale di Rosselli “C’è bisogno oggi di una rinnovata presenza del filone politico culturale rosselliano – ha concluso Spini- cioè di un socialismo etico, fondato innanzitutto sui valori. Se non ridiamo una coscienza morale al Paese, se non gli restituiamo nemmeno una coscienza politica. Dobbiamo utilizzare il periodo del governo cosiddetto “tecnico” per ricostruire le fondamenta della credibilità politica. Ora, in effetti, passano le repubbliche, muoiono o si riproducono per mutazione i partiti, ma il riferimento politico- culturale del Socialismo Liberale di Carlo Rosselli rimane quanto mai valido. Noi vogliamo riproporlo, anche alla luce della vittoria in Francia di François Hollande, che dimostra come non c’è bisogno di cambiare nome per affermarsi, bensì di rinnovare contenuti, metodi e comportamenti”. Insieme a Spini, è intervenuto Marco Brunazzi, vice presidente dell’Istituto di Studi Storici “Gaetano Salvemini” di Torino, che ha parlato del partito d’azione e del movimento di Gustizia e Libertà sconfitti dal fascismo ma che proponevano una via per uscire da un liberismo di cui oggi ne stiamo pagando le conseguenze se non è mitigato da una forma di socialismo redistributivo.

La figura di Amelia La professoressa Marina Calloni, ordinario di filosofia politica e sociale alla Bicocca di Milano, ha tratteggiato invece la figura di Amelia Pincherle Rosselli, vivace animatrice culturale e politica e scrittrice di testi sulle dinamiche di genere. “La sua è una figura complessa che deve essere meglio conosciuta, una donna fortemente patriota, mazziniana e ebrea antisionista, capace di trasmettere ai figli gli insegnamenti dell’ebraismo che poi ritroveremo nella elaborazione politica di Carlo nel suo Socialismo liberale”.

Onestà e merito per rilanciare il Paese Ha concluso gli intervento il professor Nicola Tranfaglia. “Si sente il bisogno in Italia di riappropriarci di figure come Carlo Rosselli e di una piattaforma programmatica liberale e democratica che sia attenta ai nuovi bisogni civili e sociali. Servono onestà, merito e competenze culturali per una classe dirigente di giovani leve che sappia far uscire il Paese dalla crisi morale in cui si trova affondato”.