Un bronzetto di «eccezionale pregio e rarità» risalente al II secolo a.C. del valore di 80mila euro “torna” a casa, a Chiusi nel Museo Nazionale Etrusco.

Domani cerimonia di consegna La “Figura maschile orante con patera”, dell’altezza di 15 cm, sarà consegnata domani, giovedì 1 ottobre, dal Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, il Maggiore Lorenzo Pella, alla presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Siena, Colonnello Nicola Ferrucci; del direttore regionale Musei della Toscana, Stefano Casciu; del Sostituto Procuratore della Repubblica di Udine, Elena Torresin, e della locale direttrice, Maria Angela Turchetti. «Si tratta di un’ opera di un artigiano locale dell’epoca, rubato in epoca imprecisata nel corso dell’ennesimo scavo clandestino» si legge in una nota del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Per anni dal Friuli al Veneto e viceversa Il bronzetto fa parte di una serie di esemplari limitati che derivano da una matrice a fusione unica, alcuni dei quali esposti nei musei d’Oltreoceano. Le indagini hanno accertato che il prezioso manufatto è stato prima commercializzato in Friuli e poi, dal 1998, da un antiquario in Veneto. Nel corso degli anni, l’opera passa tra le mani di proprietari diversi, dal Friuli al Veneto e viceversa. Nel febbraio del 2019 viene infine individuata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine sul sito web di un’attività antiquariale friulana. In seguito alle verifiche effettuate in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, la Procura della Repubblica di Udine emette decreto di sequestro dell’opera. La collaborazione tra i militari e il museo continua a rivelarsi fruttuosa: le analisi tecnico-scientifiche (microscopia ottica, analisi stilistica e comparazione con altri reperti della collezione museale) riconducono la produzione del bronzetto al territorio di Chiusi in epoca etrusca. Le indagini condotte dai Carabinieri, tuttora in corso, portano alla denuncia di due esercenti per ricettazione e mirano a risalire alla filiera criminale. Circostanze curiose riguardano questo bronzetto e due esemplari simili: nel n. 1° del “Bollettino delle opere d’arte trafugate” a cura del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, un manufatto gemello figura tra le opere da ricercare, riconducibile al furto più importante subito dal Museo di Chiusi, avvenuto nel 1971. In quella occasione furono trafugati anche altri beni archeologici, parte dei quali è stata individuata nei decenni successivi in varie collezioni italiane e statunitensi. Ancora, un terzo bronzetto ellenistico, riconosciuto quale oggetto di furto perpetrato nel 1988, è stato restituito dall’Inghilterra all’Italia nell’ottobre 2018.