FIRENZE – Un crollo verticale. Il 30% in meno di fatturato nel giro di un anno per i ristoratori toscani. La stima arriva da Tni Italia-FederTerziario, che nei giorni ha svolto un sondaggio a tema.

Tra il 16 e il 19 febbraio, solo il 27% di imprenditori si aspetta che il 2022 sia un anno migliore, in termini economici, rispetto al 2021, il 50% prevede che sarà peggiore e il restante o stabile o non risponde. Ben l’89%, inoltre, afferma che rispetto al 2019, il fatturato è calato. E continua a calare anche in questo inizio 2022. Uno dei fattori che contribuiscono a tenere lontane le persone dai ristoranti e dagli alberghi è, secondo il campione preso in esame, il green pass: l’85% degli intervistati chiede che venga eliminato.

Secondo quasi due imprenditori su tre, proprio a causa della certificazione verde, si sono trovati in situazioni spiacevoli o hanno discusso con il cliente. Sempre secondo l’indagine del sindacato, gli imprenditori dell’accoglienza e della ristorazione sono convinti che per salvare e rilanciare il settore servano, prima di tutto, interventi concreti e urgenti sul caro bollette, la reintroduzione del credito d’imposta per chi ha il fondo in affitto, l’eliminazione del green pass, la riduzione della pressione fiscale, la moratoria fino al 2023 di mutui e finanziamenti. Per contrastare questo trend, soprattutto contro l’aumento vertiginoso delle bollette, è stata lanciata sulla piattaforma change.org la petizione “Basta imposte, solo consumi”.

Tra le richieste avanzate al Governo, la possibilità di far pagare alle imprese le stesse tariffe per l’energia che vengono pagate in Europa; di tassare gli extra profitti delle imprese fornitrici di energia in modo da sostenere lo scostamento di bilancio necessario ad aiutare le imprese italiane massacrate dal caro bollette; di pagare solo il consumo effettivo, senza imposte né oneri di sistema, di calmierare le tariffe e far applicare quella più bassa come misura eccezionale in questo difficile momento storico; di estendere anche alle pmi il credito d’imposta del 20% sulle bollette pagate; di applicare il meccanismo del “reverse charge Iva” perché le imprese non hanno liquidità per pagare oggi l’Iva che porteranno in deduzione domani. “La nostra mission – ha commentato il presidente di Federterziario Toscana, Luigi Serrao – è sempre stata quella di essere al fianco delle imprese, con l’obiettivo di far ottenere maggiori economie e nuove occasioni di crescita”.

A inquadrare la situazione nel dettaglio è stata Tiziana Del Monaco, ristoratrice e presidente regionale di Tni Italia-FederTerziario. “Arrivano bollette con aumenti che vanno in media dal 100 al 400%, grazie anche allo sciacallaggio delle imprese fornitrici di gas e luce che possono applicare tariffe allucinanti – ha raccontato l’imprenditrice – .Questo avviene solo in Italia perché in altri paesi dell’Unione europea le bollette sono spesso irrisorie, creando uno squilibrio enorme tra imprenditori italiani ridotti allo stremo e imprenditori di altri paesi europei che possono svolgere la propria attività di impresa senza essere mangiati dalla tassazione”.