Tutti a Roma, entrano Lucca e Siena, Pisa resta fuori. È di ieri l’annuncio che il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, che è anche presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal) della Toscana, sarà oggi a Roma davanti al Senato indossando la fascia tricolore per protestare contro la mancata audizione della commissione che sta esaminando il decreto legge sul riordino delle Province. Un’audizione che però è stata concessa ai presidenti delle Amministrazioni provinciali di Lucca e Siena, rispettivamente Stefano Baccelli e Simone Bezzini.
Il presidio«Protesto – ha affermato Filippeschi in una nota – perché mi è stata negata l'audizione nella Prima Commissione Permanente del Senato e mi pare che siano state fatte delle disparità di trattamento che non si giustificano». Il riferimento va proprio a Baccelli e Bezzini, invitati dalla stessa Commissione, e che oggi avranno la possibilità di farsi carico delle ragioni della lucchesia e del senese contro il decreto legge sul riordino delle province. «Inoltre – aggiunge il sindaco pisano – non è corretto negare una risposta formale e motivata a una domanda formale e motivata quale ho fatto. Dunque chiedo di nuovo di essere ascoltato e resterò comunque a Roma per manifestare le ragioni dei miei cittadini».
Pisa inascoltata Il primo cittadino di Pisa ha criticato il comportamento del presidente della commissione permanente Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, ricordando di avere chiesto l'audizione il 21 novembre scorso. «Baccelli viene sentito per esporre le sue ragioni – aggiunge Filippeschi – per fare una proposta in contrasto con l'accorpamento delle quattro province dell'area vasta della Toscana costiera, Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno. Allora non si vede perché non debba essere sentito anche il sindaco di Pisa e presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana che ha proposto con gli altri sindaci la nuova provincia d'area vasta e vuole sostenere quanto il governo ha già inserito nel decreto. Anche il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini ha annunciato che sarà ascoltato, dunque non c'è un solo caso. Così, dato che Pisa è testimone per sua parte delle stesse problematiche che da diversi punti di vista e motivi pongono i due presidenti di provincia toscani, non ultima quella dei criteri utilizzati per la scelta dei capoluogo, mi chiedo perché non dovrei essere ascoltato anch'io per dire cosa pensano la mia città e i comuni pisani».