Ripartire dalla Costituzione. E’ quanto auspica l’assemblea dei soci di Anci Toscana riunitasi oggi.«Ritengo questo particolare momento storico – ha detto il Presidente Alessandro Cosimi – un'occasione imperdibile per i Comuni che possono e devono svolgere un ruolo fondamentale in virtù dell'art. 133 della Costituzione («Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione.La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni»). Nel guidare, dunque, questo percorso bisogna individuare una posizione il più possibile condivisa, a partire dal Consiglio delle Autonomie Locali, l'organismo istituzionale di tipo propositivo. Inoltre, non dimentichiamo – conclude il presidente Cosimi – che la vera battaglia sarà determinata dalle funzioni da attribuire ai nuovi enti».

La proposta Nel corso dell’assemblea è stato approvato il documento sul riordino delle Province e sui riassetti istituzionali (leggi). Anci avanza una proposta che si caratterizza in due tempi: in primis, in vista della deliberazione del Consiglio delle Autonomie Locali (del prossimo 27 settembre), occorre formulare al Governo un'ipotesi di riordino delle Province Toscane per quanto concerne i criteri e le disposizioni imposte dalla normativa nazionale. Nell'ambito della proposta, e' emersa, la possibilita' per la Provincia di Arezzo di rientrare nei criteri previsti dalla legge: e' in corso, infatti, una verifica tecnica da parte del Governo sul dato della popolazione della provincia aretina. In secondo luogo, e' necessario cogliere l'occasione offerta dalla riforma delle province per dare avvio ad un percorso di riassetto istituzionale della Toscana a partire dalla Costituzione e consultando direttamente le popolazioni interessate. L'assemblea di oggi, «consapevole dei punti deboli della normativa cosi' come delle scadenze serrate imposte dalla legge, ha messo in luce come le riforme siano, ormai, al palo da venti anni e l'urgenza da parte del sistema delle autonomie di svolgere responsabilmente il proprio ruolo nella formulazione di una proposta unitaria».