La Toscana ha approvato, prima tra le Regioni, una legge per il riordino delle funzioni delle Province. Il consiglio regionale ha dato il via libera stamani con 41 voti a favore e tre astenuti alla proposta di legge scritta qualche settimana fa dalla giunta.
I settori di competenza Formazione, agricoltura e difesa del suolo sono tra le competenze di cui la Regione tornerà ad occuparsi direttamente. Si occuperà anche di caccia e pesca. Avrà competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell’aria e delle acqua. Si occuperà ancora di inquinamento acustico ed energia, dell’osservatorio sociale e delle autorizzazioni come Aia, Vas, Via e Aia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica. Quanto alle strade regionali, progettazione e realizzazione di opere strategiche saranno regionali mentre la manutenzione rimarrà alle Province.
Il futuro dei dipendenti E con le funzioni la Regione riassorbirà anche il personale che a queste era dedicato, che magari rimarrà negli uffici territoriali. «Riporteremo in Regione tutto il personale che ci è consentito dalla legge nazionale – ha dichiarato l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli – E, conclusi gli accordi e fatti conti più precisi, guarderemo se sarà possibile allargare ulteriormente il perimetro. Dovrà crescere la produttività con strutture più leggere e una maggior uso delle nuove tecnologie. Questo dovrà accadere anche alle funzioni un tempo gestite dalle Province, salvaguardando naturalmente la professionalità dei dipendenti».
La Città metropolitana Una riorganizzazione a parte riguarderà la Città metropolitana fiorentina, che assorbirà le deleghe altrove passate alle amministrazioni comunali e si occuperà, se i Comuni lo decideranno, anche di urbanistica e piano strutturale, mobilità, viabilità e edilizia scolastica. «Naturalmente sarà rafforzata anche la possibilità da parte dei territori di incidere sulla programmazione regionale» ha assicurato l’assessore Bugli . Nessun centralismo dunque. Ai Comuni andranno in particolare le competenze sul turismo (salvo la raccolta di dati statistici), sullo sport e la tenuta degli albi regionali, oltre agli interventi pubblici di forestazione che erano finora delle Province. «Non dimentichiamoci poi – ha aggiunto Bugli – che un nuovo ruolo importante l’avranno anche nel nuovo ente Provincia, per la gestione di funzioni importanti come la viabilità e l’edilizia scolastica provinciale».
Unioni e fusioni più strutturate Ma perché il sistema funzioni al meglio, occorrerà gestire sempre più funzioni in modo associato. «Incentiveremo le unioni più forti e le fusioni di Comuni più strutturate» ha spiegato l’assessore Bugli. Sono previsti premi crescenti per le unioni e fusioni con almeno cinquemila, diecimila e quindicimila abitanti. «Si apre – ha ripetuto in aula – la stagione dell’indispensabilità del governo associato di funzioni: se prima era una scelta volontaria ora diventa qualcosa di impossibile da evitare».
Rossi: «Regione meno astratta e più presente» «Ridefiniamo oggi un profilo diverso della Regione – ha commentato il presidente Enrico Rossi – che sarà meno ente astratto, meno ‘staterello’ ed ente di programmazione ma più presente sui territori con propri uffici, pronta ad occuparsi della progettazione degli interventi utili a prevenire il rischio idrogeologico, pronta a controllare con la polizia idraulica il rispetto delle regole, pronta ancora a gestire in modo diverso la formazione e l’orientamento professionale».