La Corte Costituzionale ha rinviato a nuovo ruolo l'udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia del 4 dicembre scorso che all'articolo 23 ha di fatto “svuotato” le competenze delle Province e ne ha modificato il sistema elettorale.

I motivi del rinvio Il presidente della Consulta ha ritenuto di non entrare ancora nel merito di una materia che sta cambiando di nuovo, poiche' e' in corso di pubblicazione il decreto di riordino, approvato dal Cdm il 31 ottobre (leggi). Verra' pertanto fissata una nuova data per esaminare i ricorsi di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise e Sardegna, piu' quello della Valle d'Aosta sullo stesso articolo del decreto.

L’allarme dell’Upi «E' successo quello che temevamo, la Corte Costituzionale questa mattina non si e' assunta la responsabilita' di decidere sul ricorso di ben otto Regioni italiane che contestavano la legittimita' costituzionale del decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle Province. Certamente non e' stata casuale la mancata pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province, approvato ormai da 5 giorni, fermo nelle stanze del governo e firmato dal capo dello Stato solo pochi minuti fa». Il vicepresidente vicario dell'unione Province italiane Antonio Saitta commenta cosi' la scelta della Corte Costituzionale di rinviare a data da destinarsi l'esame dei ricorsi. «Sono comprensibili – aggiunge Saitta – le difficolta' dei giudici a prendere una decisione in una situazione di caos istituzionale e di modifiche legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria. Il governo e' responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle Province, che ha attuato in meno di un anno attraverso ben tre decreti legge». Secondo il vicepresidente dell'Upi «questo continuo ricorso alla decretazione d'urgenza sta di fatto svuotando i principi costituzionali e lo stesso principio di legalita', poiche' si crea una continua incertezza sulle funzioni e sull'esistenza stessa delle Province, che in Costituzione sono previste come istituzioni costitutive della Repubblica». Per questa ragione, aggiunge, l'Upi chiede al Governo di porre fine alla decretazione d'urgenza sulle tematiche istituzionali, per consentire al Parlamento di svolgere appieno il suo ruolo indicando con certezza quali sono le funzioni, le dimensioni e il sistema di elezione degli organi di governo delle Province. Senza certezza sugli assetti istituzionali e' difficile – si sottolinea da ultimo – ipotizzare la ripresa dello sviluppo nel Paese.

Decisione sciagurata «Quella della Consulta è una decisione sciagurata». Lo afferma il presidente della Provincia di Pisa e di Upi Toscana, Andrea Pieroni, commentando il rinvio a gennaio di ogni decisione della Corte Costituzionale sul decreto Salva Italia. «In molti dicono che quel decreto presenta profili di incostituzionalita' – ha aggiunto – ma chi dovrebbe pronunciarsi decide di non farlo. La verita' e' che tutto ormai sembra gia' scritto: un'ora dopo il rinvio dell'udienza e' arrivata la firma del presidente Napolitano sul decreto governativo e questo la dice lunga sulla strategia che c'e' dietro a questa vicenda delle Province. Siamo diventati il capro espiatorio da sacrificare sull'altare dei costi della politica»

Articolo precedentePresidenziali americane, a Firenze tutto pronto per l’Election Night
Articolo successivoRegione Toscana, dipendenti in strada domani contro esternalizzazioni e consulenze sprechi