“Per ridurre la burocrazia a carico delle imprese e dei cittadini occorre riordinare l’intera governance della Toscana. Queste azioni devono però essere affiancate da iniziative più consistenti e corpose nella direzione della valorizzazione imprenditoriale delle aziende pubbliche e di sostegno all’innovazione delle imprese agricole”. Così Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana commenta le ipotesi di riordino della macchina regionale avanzate dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.“Come Cia Toscana non possiamo al momento che esprimere una prima valutazione sulle ipotesi di riordino. I contenuti della manovra e le proposte sono, infatti, ancora troppo generiche per poter dare un giudizio completo ed articolato. Non sappiamo se l’agenzia unica regionale sia lo strumento più idoneo a garantire il perseguimento di tutti gli obiettivi, ma sulle proposte concrete ci confronteremo con lo spirito aperto e costruttivo che da sempre ci caratterizza, con l’unico obiettivo di salvaguardare il sistema delle imprese agricole da ulteriori tagli che vadano ad incidere sulle politiche di sostegno e di sviluppo della competitività dell’agricoltura toscana, già pesantemente “taglieggiate” dagli interventi governativi”.
L’impianto della proposta – Per ridurre la burocrazia a carico delle imprese e dei cittadini occorre riordinare l’intera governance della Toscana. Condividiamo l’obiettivo di ridurre i costi e rendere più efficiente la macchina regionale e riteniamo che questi siano obiettivi e percorsi da intraprendere da parte di tutta la Pubblica Amministrazione. Per quanto concerne gli aspetti di maggior interesse per il settore agricolo apprezziamo la scelta del mantenimento di Artea e quella di riorganizzare il sistema della promozione, attività sulla quale riteniamo opportuno l’apertura di un confronto specifico con tutte le categorie interessate, agricoltura inclusa. Sull’innovazione e sui beni pubblici abbiamo bisogno di approfondire. Sarebbe tuttavia da respingere un approccio tutto incentrato sui tagli e privo di qualsiasi indicazione sulle politiche che la Regione Toscana intende attuare per l’innovazione in agricoltura o per riqualificare il patrimonio agricolo e forestale pubblico. Così il rischio è di dare ragione a quanti sostengono, e purtroppo non sono in pochi, che il problema sia esclusivamente quello di eliminare fonti di spesa improduttiva. “Siamo convinti – conclude Pascucci – che alla base di ogni processo di riordino debba esservi la valorizzazione di quanto di positivo è stato costruito negli anni, con la consapevolezza che la Toscana rappresenta, nel campo della gestione forestale così come nell’azione rivolta alla promozione dell’innovazione in agricoltura, un esempio virtuoso nel panorama nazionale ed europeo. Per questo sollecitiamo l’avvio del confronto con le parti sociali per discutere nel merito, per far si che iniziative, priorità, strategie ed obiettivi rispondano, in primo luogo, alle esigenze ed alle aspettative delle imprese agricole”.
L’innovazione per la Cia Toscana –L’innovazione è una delle cinque sfide che, secondo la Cia Toscana, l’agricoltura è chiamata ad affrontare per tornare ad essere competitiva ed uscire dalla crisi. “Occorre supportare le imprese agricole – spiega Marco Failoni, responsabile sviluppo e territorio della Cia Toscana – sostenendo e rilanciando un sistema di servizi finalizzato alla qualificazione delle produzioni agricole e forestali, alla tutela della sostenibilità, della biodiversità e paesaggio. Sostenere lo sviluppo di strategie di filiera che valorizzino il prodotto toscano e la promozione della multifunzionalità dell’impresa agricola. Un sistema che attraverso una stretta integrazione tra pubblico e privato sia in grado di mettere in rete il sistema delle imprese agricole, i produttori di tecnologie e i soggetti scientifici e promuova l’innovazione con azioni rivolte a veicolare la domanda di innovazione proveniente dalle imprese agricole. Serve inoltre realizzare attività di sperimentazione delle innovazioni per migliorare la produzione riducendone i costi, ed accompagnare l’attuazione delle politiche della Regione Toscana, coordinando ed armonizzando nel territorio le attività di consulenza, animazione, divulgazione e formazione”.
Gestione del patrimonio agricolo e forestale della Regione –“Sulla gestione del patrimonio agricolo e forestale occorre un approfondimento considerato che non sono molto chiari gli orientamenti in proposito – spiega Pascucci – Un’ipotesi di gestione regionale degli oltre 110.000 ha di superficie agricola e forestale sembra molto ambiziosa e complessa, non sappiamo quanto concretamente praticabile. L’obiettivo da perseguire nella gestione di questi beni, deve essere quello del coinvolgimento pieno del sistema delle imprese, garantendo al contempo criteri efficienti di gestione, riordino fondiario e nuove opportunità per il settore agricolo e forestale. In questo senso rilanciamo la proposta dell’istituzione della ‘banca della terra’ avanzata dalla nostra associazione dei giovani Agia nella loro recente assemblea. Le proprietà pubbliche e le aree demaniali, agricole e forestali potrebbero essere date in gestione per promuovere nuove imprese, o per ampliare la maglia fondiaria di quelle in attività. Sarebbe un modo concreto ed innovativo per rispondere a più “esigenze” offrendo opportunità concrete ai giovani che vogliono intraprendere ed investire nel settore agricolo”.
Firenze