“Prendo atto con soddisfazione di ciò che ho ascoltato e esco con ottimismo da un incontro che ha tutte le caratteristiche per rappresentare un positivo momento di svolta anche per il diritto dei 370 occupati ad avere mantenuto il lavoro”. Così Gianfranco Simoncini, assessore al Lavoro della Regione Toscana, ha commentato la possibile soluzione delle ex Electrolux di Scandicci (Firenze). In una sala del Consiglio Regionale si sono ritrovati, insieme all’assessore e al suo staff, l’amministratore delegato di ISI (Italia Solare Industrie, la società che aveva attuato la reindustrializzazione dell’area di Scandicci entrando però in difficoltà bancarie) e il presidente della nuova azienda (Sg Green Power) che ha rilevato circa il 90% della proprietà con il restante 10% ancora nelle mani di Isi.  Simoncini ha precisato che la richiesta di Regione Toscana, in una crisi aziendale nella quale ”si gioca la prospettiva di un sostanziale rilancio del manifatturiero in un settore, quello delle energie alternative, particolarmente interessante”, è comunque quella di ”salvaguardare i livelli occupazionali”.


Sinistra Scandicci – Finalmente una svolta, è stato il commento della Sinistra Scandicci, che ha dedicato tanta attenzione alla vicenda. “Esce finalmente di scena una proprietà che aveva in tutti questi mesi dimostrato la propria incapacità manageriale portando i 370 lavoratori sul baratro della disoccupazione e la città di Scandicci a veder affondare l’ultimo impianto industriale rimasto – si legge nel comunicato stampa, che continua – la nostra azione di contro-informazione e denuncia aveva colto nel segno e aiutato lavoratori e cittadini a comprendere ciò che stava accadendo, mentre altri, anche attori istituzionali, o tacevano o garantivano che tutto andava bene, madama la marchesa. Nelle settimane che verranno ci sarà modo di esaminare con attenzione il piano industriale vero e proprio e di esprimere un giudizio compiuto. Una riflessione amara, comunque, s’impone: la vicenda di ISI ha significato lo sperpero di preziose risorse pubbliche fra inutili corsi di formazione e Cassa Integrazione imposta dalla politica industriale di personaggi certamente più portati a speculare e ai profitti facili che a fare impresa. Certo si poteva e si doveva fare meglio fin da subito. Ci auguriamo che la dura lezione a qualcosa sia servita”.


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