PIOMBINO – L’8 marzo sarà il giorno della verità per il rigassificatore di Piombino. In quella data è attesa la sentenza della fattibilità dell’opera.

Il Tar del Lazio ha bocciato l’azione sospensiva presentata dall’amministrazione comunale e oggi il Comitato salute pubblica Piombino – Val di Cornia ha messo in evidenza tutte le criticità di una decisione che sembra complessa. L’associazione ha ripreso l’ordinanza del 22 dicembre.

“Si attende di valutare la pericolosità di un’opera a 800 metri dalle case, con aree di rischio letale che invadono l’unico canale di ingresso al porto nel Rapporto di Sicurezza definitivo -si legge in una nota -. Si rimanda tutto a lavori infrastrutturali ultimati. Ci risulta difficile immaginare come questo Rapporto possa superare le numerose richieste dei vigili del fuoco e del Ctr entro l’8 Marzo. Una, a titolo di esempio: il Comitato tecnico regionale chiede a Snam di ‘dimostrare che l’area di rischio rimane quella prevista nel Rapporto di sicurezza provvisorio, dovendosi altrimenti istituire una nuova fase di nulla osta di fattibilità’”.

E ancora: “Ci chiediamo come questo sarà mai possibile, se si considera che la Golar Tundra è ed è sempre stata ‘solo’ una metaniera, trasformata in rigassificatrice, che sta per essere ulteriormente modificata a Singapore. Una nave sulla quale di fatto non è stata fatta nessuna analisi operativa di rischio, così come prevede la normale procedura”.

Da qui la considerazione conclusiva: “Insomma, elementi per sperare in un esame di merito approfondito, che porti a scongiurare la collocazione in porto di questo impianto a rischio di incidente, ce ne sono veramente tanti. Noi aspettiamo la giustizia, il buon governo, noi tuteliamo il diritto che prima o poi dovrà avere la meglio su le incredibili alchimie di una vicenda che consegneremo alla storia del nostro Paese, come una pagina da non imitare, perché la gente, i territori, la sicurezza, il lavoro, il futuro, la dignità di una comunità vanno rispettate”.