La nave rigassificatrice

PIOMBINO – “Gli elaborati progettuali non tengono conto della presenza dello scarico delle acque di mare necessario al processo di vaporizzazione”, non sembra presente “una planimetria con l’indicazione dell’ubicazione del punto di scarico della nave” e nella proposta di monitoraggio “non è previsto alcun monitoraggio sia della qualità delle acque scaricate che delle acque marine interessate dallo scarico”.

Lo scrive l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, nel suo parere sul progetto di Snam per il posizionamento del rigassificatore nel porto di Piombino (Livorno).

Per Arpat è quindi necessario che Snam fornisca “la planimetria con l’indicazione del punto di scarico delle acque di raffreddamento della nave” e che preveda anche “un monitoraggio in continuo almeno per il tenore di cloro e la temperatura sia in ingresso che in uscita”. Inoltre Arpat chiede che “il monitoraggio ambientale sia integrato con il monitoraggio delle acque superficiali marino-costiere” e che Snam integri il progetto perché non fornisce “informazioni in relazione alle emissioni di polveri”.

Integrazioni e richieste arrivano anche dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale che in relazione alla presenza di cloro in acqua ritiene necessario che “venga effettuata una stima sull’effetto cumulativo di tale sostanza legato al mancato smaltimento nell’area portuale del cloro e suoi derivati a seguito dell’attivazione dello scarico”. Anche l’Autorità chiede, come Arpat, che il monitoraggio ambientale sia integrato con “la matrice acque superficiali”.

Snam deve depositare tutta la documentazione “riguardante la fase off-shore” del rigassificatore di Piombino (Livorno), “pena, in caso contrario, la declaratoria di improcedibilità dell’istanza”. E’ quanto chiede il Comune di Piombino nel suo parere sul progetto di Snam.

Per il Comune di Piombino “il fatto che il progetto, per espressa ammissione di Snam, non comprenda l’indicazione del sito ‘per la successiva ubicazione offshore della Fsru’, nonostante la proponente abbia ribadito che la propria istanza ha una ‘durata complessiva di 25 anni ovvero il ciclo di vita regolatorio di un impianto di rigassificazione’, costituisce un inaccettabile frazionamento”.

Il progetto depositato da Snam, ribadisce il Comune “non contiene tutta la documentazione riguardante proprio la fase off-shore, i cui impatti ambientali non saranno dunque minimamente valutati”.