PIOMBINO – “Ho già detto al ministro Cingolani che quello che è scritto nell’istanza, ovvero che vogliono tenere la nave 25 anni nel porto di Piombino, per me è inaccettabile. Io un’autorizzazione a 25 anni non la darò mai, perché si era parlato di 2-3 anni e poi ci saremmo organizzati in altro modo”.

Lo ha ribadito oggi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani a proposito del rigassificatore di Piombino (Livorno).

Giani ha spiegato che Snam ha presentato l’istanza per avviare l’iter autorizzativo di 120 giorni per la collocazione della nave. “È partita la comunicazione ai 30 enti che devono dare un parere – ha detto Giani .- L’iter partirà dopo che questi enti ci avranno dato il loro parere”.

Nella giornata di oggi, intanto, il comitato per la salute pubblica di Piombino ha scritto al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico. Nella nota “si chiede di farsi promotore di modifiche all’art.5 del decreto Aiuti, decreto n.50 del 17 maggio,  per cancellare il comma 3 dell’art.5, con il quale è stata disposta l’esenzione della procedura di VIA, valutazione di impatto ambientale, e di esplicitare l’ integrale applicazione delle norme comunitarie e nazionali della legislazione sui grandi rischi in riferimento ai rigassificatori e al loro esercizio”.

Rigassificatori: qual è il ruolo di Snam?

Snam è uno dei principali operatori mondiali nel trasporto, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale. In quest’ultimo settore, la società possiede il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia), è uno degli azionisti di controllo (con il 49%) di OLT (il rigassificatore galleggiante al largo di Livorno) e detiene una quota di circa il 7,5% di Adriatic LNG, l’impianto posto al largo di porto Viro (Ro).

Inoltre, per favorire una maggiore sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici dell’Italia, Snam ha recentemente acquistato una unità galleggiante (FSRU), denominata Golar Tundra, con una capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi e una capacità di rigassificazione annua di 5 miliardi di metri cubi di gas.

Inoltre, nell’ambito del nuovo assetto energetico della Sardegna previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 29 marzo 2022, Snam ha acquistato nei mesi scorsi una FSRU (Golar Arctic) dalla capacità di stoccaggio di 140mila metri cubi di gas, che sarà installata nei pressi dell’area portuale di Portovesme (Ca).

Cosa sono i rigassificatori galleggianti (o FSRU)?

I rigassificatori galleggianti o FSRU (Floating Storage and Regasification Units) sono dei terminali in grado di stoccare e rigassificare il gas naturale. Si tratta di navi collocate in prossimità di un’area portuale, in banchina o al largo, che ricevono gas naturale liquefatto (GNL) a una temperatura di -160°C da altre navi metaniere e lo rigassificano (ovvero lo portano allo stato gassoso) per poterlo immettere nella rete nazionale di trasporto del gas.

Esistono 48 FSRU operative al mondo, di cui 25 con una capacità di stoccaggio di GNL compresa tra 160mila e 180mila metri cubi (fonte Shipbroker).

A cosa serve il gas naturale liquefatto (GNL)?

Il gas naturale si può importare allo stato gassoso, attraverso la rete dei metanodotti, oppure allo stato liquido (GNL) tramite navi metaniere. Tali navi ricevono il gas liquido da appositi impianti di liquefazione del gas collocati nei paesi esportatori e lo portano agli impianti di rigassificazione dei paesi importatori. Il gas naturale liquefatto ha un volume di circa 600 volte inferiore di quello allo stato gassoso.

Il gas naturale liquefatto è una fonte globale che garantisce più indipendenza energetica. Il mercato mondiale si sta avvicinando ai 500 miliardi di metri cubi di GNL commercializzati ogni anno, un dato superiore alla domanda dell’intera Europa. Grazie al contributo dei nuovi rigassificatori, il gas naturale liquefatto potrà coprire circa un terzo del fabbisogno annuo dell’Italia.

Come funziona il processo di rigassificazione?

Una volta giunta in prossimità della FSRU, la nave metaniera che trasporta GNL a -160 gradi trasferisce il gas liquido nei serbatoi del terminale. Il trasferimento avviene tramite i bracci di scarico in acciaio installati sulla FSRU. I bracci si allungano e si agganciano alle flange della metaniera. A quel punto il gas liquido viene travasato nei serbatoi e stoccato.

Successivamente, in funzione delle esigenze di mercato, il gas liquido viene rigassificato. Il processo di rigassificazione è ottenuto immettendo il metano allo stato liquido in uno scambiatore di calore in cui scorre un liquido più caldo, normalmente acqua di mare, la cui temperatura naturale è sufficiente per riportare il gas allo stato gassoso. Quindi GNL e acqua di mare si scambiano energia (GNL cede freddo, l’acqua di mare cede calore), pur non entrando mai in contatto tra loro. Lo scambiatore di calore è costituito da un serpentino di acciaio (in cui scorre il GNL) immerso in una vasca che contiene acqua a temperatura ambiente, che viene continuamente fatta ricircolare per evitare che si raffreddi. La temperatura alla quale l’acqua viene reimmessa in mare è costantemente controllata e deve rientrare nei limiti autorizzati. Il gas a temperatura ambiente ottenuto dal processo di rigassificazione viene poi compresso e immesso in un gasdotto che parte dalla FSRU e arriva fino alla rete di trasporto nazionale.

Che impatto hanno le FSRU sull’attività dei porti?

I rigassificatori galleggianti sono gestiti per non recare intralcio alla normale attività economica e turistica dei porti interessati. Mediamente, in base alle condizioni di mercato, la frequenza di arrivo delle navi metaniere che trasportano il GNL è di circa una alla settimana. Le operazioni di accosto, ormeggio e disormeggio durano circa due ore ciascuna e sono eseguite in accordo con le disposizioni delle autorità marittime al fine di minimizzare ogni possibile interferenza. Anche sul piano della sicurezza, gli studi svolti evidenziano la compatibilità delle FSRU con altre attività portuali.

Sono impianti sicuri?

Nel mondo oggi sono in esercizio in tutta sicurezza centinaia di rigassificatori, tra impianti a terra e FSRU. Si tratta di infrastrutture conosciute, sicure e a basso impatto ambientale. A differenza dei terminali fissi, i rigassificatori galleggianti richiedono molto meno tempo per essere installati e, in prospettiva, possono essere trasferiti dove c’è maggiore necessità per esigenze di decarbonizzazione o di sicurezza energetica. Le navi rigassificatrici sono dotate di strumenti avanzati di rilevazione delle perdite e di sistemi di emergenza.

Le FSRU hanno caratteristiche relativamente semplici, funzionali all’operazione di rigassificazione di un gas liquido, e non hanno combustioni o reazioni specifiche. Le stesse, comunque, sono sottoposte alle più stringenti misure di prevenzione e sicurezza, a ulteriore garanzia delle persone e dei territori interessati, in conformità alla normativa nazionale di interesse. Come tutti i combustibili, il gas naturale deve essere maneggiato con attenzione e cura.