Nel 1207 il conte Guido Medico di Tentennano, signore di Rocca d’Orcia (Siena), concede agli abitanti del borgo una “Charta Libertatis”, in cui vengono sanciti non solo i doveri ma anche i diritti di quella popolazione contadina nei confronti del feudatario. Un documento che rappresenta di per sé uno dei primi esempi concreti di emancipazione dalle servitù feudali. In Italia è il più antico che si conosca e, pertanto, la Charta della Rocca di Tentennano è uno dei più noti agli studiosi di Medioevo. Tra i tanti che lo hanno studiato anche Gaetano Salvemini.
Il documento, preso a ispirazione dall’Unesco quando, nel 2004, il territorio della Valdorcia è stato decretato Patrimonio mondiale dell’umanità, rimanda, nella premessa, ai valori dell’antica Roma, in particolare a tre virtù equità, giustizia e libertà, che sembrano anticipare di molti secoli le idee illuministe del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e il motto di Liberté Egalité Fraternité introdotto con la Rivoluzione francese a fine Settecento.
L’originale del manoscritto medievale, vergato su pergamena con bella grafia “mercantesca” con una penna d’oca e dell’inchiostro ferro-gallico, è conservato all’Archivio di Stato di Siena, mentre esiste una versione stampata nel 2007 in occasione degli ottocento anni della emissione.
Per ricostruire il clima di quell’epoca, giovedì 20 agosto alla Rocca d’Orcia (Chiesa auditorium di San Simeone, ore 18.30), a cura del Comune di Castiglion d’Orcia e grazie all’azienda Podere Forte, si terrà una conferenza dedicata proprio a “La Charta Libertatis del 1207”. Dopo il saluto del sindaco, Claudio Galletti, gli interventi di GianGuido Piazza (“La Charta Libertatis”), Mauro Bucci (Rocca d’Orcia prima della Charta”) e Matteo Guidotti (“Cosa c’è sotto la Charta Libertatis?”) conclude un rappresentante del gruppo teatrale ”Talenti Tintinnanti” (come reinterpretare la Charta libertatis in chiave teatrale).
A partire dalle 21.30, poi, si svolgerà “Museo per una notte”, il passato e il presente che si incontrano, rappresentazione teatrale ispirata al documento, per le vie dell’antico borgo che venne frequentato anche da Santa Caterina da Siena, a cura della compagnia teatrale “Talenti Tintinnanti” e della Filarmonica “La Castigliana”.