«Se sulla sanità vogliamo continuare a restare nella fascia alta a livello nazionale, che pur con tutti i suoi difetti rappresenta una sicurezza, una garanzia, bisogna fare questa riforma per combinare queste risorse limitate con un miglioramento della qualità. Mi ero permesso di dire che quella che andiamo a fare è una vera e propria rivoluzione della qualità. Lo scopo non è tagliare i servizi, è migliorarli, specializzarli e renderli se possibile ancora più efficienti e meno costosi». Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi a margine di una conferenza stampa a Palazzo Panciatichi, in merito della legge della riorganizzazione delle Asl.
La battaglia in Consiglio regionale e la necessità della riforma secondo Rossi «Credo che i cittadini questa cosa la capiscano, il resto è battaglia politica, normale che ci sia – ha aggiunto il governatore della Toscana -. Direi che le esagerazioni però non servono, tutta questa carta poi, mi sembra che forse sarebbe meglio entrare nel merito». Il riferimento è alla presentazione degli oltre 16mila emendamenti da parte delle opposizioni, le quali in maniera compatta cercano di ostacolare l’approvazione della legge sanitaria da parte del Consiglio regionale. «Lo scopo di questa legge è riprofilare, ridefinire anche dopo una discussione forte che abbiamo avuto – ha proseguito Rossi -. Credo che abbiamo bisogno di fare questa riforma. Si pensi che in questo senso si stanno muovendo altre Regioni come l’Abruzzo, da solo 1,2 milioni di abitanti, e anche loro puntano a fare un’unica azienda per un’area che grosso modo corrisponde ad una delle nostre tre aree. È ovvio che cambiare comporta sempre dei problemi». Il presidente ha detto di capire le preoccupazioni, ma «noi facciamo questa riforma per garantire la sanità toscana che in un ambito di difficoltà, di ristrettezze, in una situazione nella quale il personale è stato chiamato a fare sacrifici, è sempre un punto di riferimento per i cittadini, è una certezza per chi ha da curarsi ed e’ ancora affidabile». Peraltro, all’interno del servizio sanitario nazionale «la Toscana nei parametri, nelle valutazioni che non facciamo noi, ma che fanno altri, a me piace dire che si colloca nella fascia alta, ma in realtà è prima».
Tensioni fuori dall’aula, manifestanti pro-referendum contusi Non sono mancati anche alcuni momenti di tensione che si sono verificati davanti alla sede del Consiglio regionale durante il presidio del comitato per il referendum abrogativo della riforma sanitaria. I manifestanti, secondo quanto appreso, si sono stretti davanti al cordone di forze dell’ordine posto all’ingresso della sede consiliare, dove una delegazione di esponenti del comitato era già stata autorizzata ad entrare. La ressa ha provocato la reazione delle forze dell’ordine che ha respinto la folla facendola indietreggiare. Un manifestante è rimasto contuso a una gamba. Un altro ha invece cercato di forzare il cordone ed ha preso una manganellata. Il momento di tensione è poi terminato tra i fischi all’indirizzo delle forze dell’ordine. Da segnalare che alcuni esponenti del comitato referendario,autorizzati a entrare nella sede del Consiglio regionale, sono stati poi allontanati perché trovati a filmare le stanze vuote dei consiglieri regionali e del personale dei gruppi che in quel momento erano impegnati a seguire i lavori di aula. «Chiediamo che il presidente del Consiglio toscano Eugenio Giani – aveva spiegato il presidente del comitato referendario Giuseppe Ricci – venga a incontrarci per il rispetto dell’impegno assunto, entro il 15 dicembre, di validare le firme raccolte per l’indizione del referendum, e consegnarle al presidente della Regione Enrico Rossi. Manifesteremo a oltranza finché Giani non verrà a incontrarci e darci garanzie». Ricci ha detto di temere «che Giani sia in ritardo e che non potrà darci la sua garanzia. Chiediamo inoltre che il referendum possa essere celebrato tra il 15-20 giugno. La legge ce lo consentirebbe a meno che non ci siano altre azioni di ostruzionismo che spostino la verifica delle firme a gennaio inoltrato. Chiediamo infine che la legge sullo snellimento delle procedure referendarie, approvata oggi dal Consiglio regionale, valga anche per il nostro referendum».