sanita_2.jpgPrende corpo la riforma della sanità in Toscana, varata e approvata dal consiglio regionale fiume che ha preceduto il Natale. Dal primo gennaio si è passati dalla forma alla sostanza: «un sistema più snello – si spiega sul sito della Regione Toscana -, con meno direttori generali e più servizi nei territori». Nonostante tutto questo, però, le polemiche cha hanno preceduto, accompagnato e succeduto l’approvazione della riforma della sanità non accennano a placarsi. Anzi, a cavallo del capodanno, ciò che è ha fatto scatenare l’ondata dei critici è stata la comunicazione sulla nuova organizzazione delle Usl territoriali, che passano da 12 a 3 (leggi), con direzioni generali che hanno sede a Firenze per l’Azienda Usl Toscana centro (accorperà Pistoia, Prato, Firenze ed Empoli: direttore generale Paolo Morello Marchese), Pisa per l’ Usl Toscana nord ovest (Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Viareggio: la livornese Maria Teresa De Lauretis dg) e infine Arezzo per l’Usl Toscana sud est (Arezzo, Siena e Grosseto: Enrico Desideri dg).

Polemiche senesi Proprio su quest’ultimo fronte si sono scatenate le polemiche più accese, con una valanga di critiche e di accuse piovute addosso al presidente della Commissione sanità Stefano Scaramelli che da senese, da uomo di Renzi, un vero e proprio ‘Re Mida’ del Pd locale vista la sua ascesa politica negli ultimi anni, avrebbe fatto perdere a Siena un’altra pedina importante per il rilancio della città dopo la crisi che l’ha investita nell’ultimo periodo. L’altro schiaffo era arrivato, ancora da Arezzo, per la fermata dell’alta velocità Media Etruria, in cui Rigutino aveva prevalso su Chiusi, città di cui Scaramelli è stato sindaco prima di approdare in Regione.

Scaramelli-valentiniDifese e attacchi Lo stesso Scaramelli si è difeso con un’intervista rilasciata al Corriere di Siena. «Mi sembrano tutte ‘bischerate’ – ha detto -. La direzione generale è andata ad Arezzo ma la sede operativa della Usl a Siena resterà attiva». Ha spiegato Stefano Scaramelli che ha chiosato con un attacco, nemmeno tanto indiretto, a Monica Barni, vicepresidente della Regione: «Se avessimo avuto un appoggio in più in giunta, sarebbe stato meglio». Un’altra stoccata è arrivata dal sindaco di Siena Bruno Valentini che ha chiesto il conto direttamente al presidente della Regione Enrico Rossi: «Il Presidente Enrico Rossi ha mantenuto una promessa annunciata ad Arezzo, poco prima delle elezioni amministrative come ricorda l’assessore Ceccarelli. Siena si aspetta che la Regione mantenga gli impegni assunti sull’adeguamento dell’Ospedale – ha scritto Valentini su Facebook – e sull’arrivo di nuovi medici specialisti nonché sul sostegno ai grandi programmi culturali elaborati in occasione di Siena 2019 ed inseriti in uno specifico Accordo. Obiettivi che vanno inseriti nelle priorità della Toscana, insieme agli interventi sulle infrastrutture viarie e ferroviarie che oggi penalizzano Siena e su cui attendo una forte e coerente attività da parte dei consiglieri regionali ed assessori senesi».

Prese di posizione a Siena Intanto però a Siena si è scatenata la bagarre politica a suon di prese di posizione e comunicati stampa. Forza Italia parla apertamente di «schiaffo alla città», con il partito di Berlusconi pronto «a dare battaglia. Il declassamento di Siena è inaccettabile». Duro e critico anche il Movimento 5 Stelle: «Il Pd ha disatteso le promesse elettorali», scrivono i grillino. Siena Attiva parla di «nessuna (buona) sorpresa» sulla sede USL e sprona i rappresentati senesi in Regionea tutelare il territorio». Come per la silent-disco in Piazza del Campo a capodanno, solo uno schieramento politico non ha commentato la decisione preferendo, appunto, il silenzio: il Pd.