In attesa della stangata che ricadrà sui cittadini nei prossimi anni, imprese e amministratori alzano la voce all’indomani dell’approvazione del nuovo contratto di gestione per lo smaltimento di rifiuti nella Toscana del sud (province di Arezzo, Grosseto e Siena). L’aumento progressivo della Tari fino al 2017, varato al termine di un’accesa riunione tra i Comuni, nella quale il Casentino e la costa maremmana si sono schierati compatti contro il provvedimento, provoca la reazione dei Comuni dell’«area omogenea di raccolta Grosseto sud» e di Rete Imprese Italia di Siena, organismo associativo tra Cna, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato.
Comuni contrari A ribadire la propria contrarietà all’impostazione dell’Ato Toscana sud sono i sindaci di Manciano, Sorano, Capalbio, Monte Argentario, Scansano, Pitigliano, Orbetello, Magliano in Toscana e Isola del Giglio. L’aumento progressivo delle tariffe, secondo loro, certifica «il fallimento del raggiungimento dell’obiettivo: già dal 2014 i cittadini spendono di più per il servizio, che vedrà aumentare i costi progressivamente negli anni successivi». Tra i motivi di principale critica, «la totale assenza del rischio d’ impresa per Sei Toscana» e le scelte dell’Ato «fondate sul potenziamento degli impianti di selezione e smaltimento a cdr, con logiche e meccanismi che sembrano remare verso una direzione antitetica rispetto agli obiettivi di raggiungimento della raccolta differenziata previsti dalla normativa europea».
L’accusa: «Costi più alti» E’ ormai chiaro come il nuovo gestore interprovinciale, che nelle premesse avrebbe dovuto portare a un contenimento dei costi, provocherà aumenti crescenti a carico degli utenti, famiglie e imprese. «Tutto questo appare come un evidente fallimento politico e industriale», accusa Rete Imprese Italia. Che chiede chiarezza sui costi relativi agli amministratori e alla gestione, accusando poi i sindaci: «Si sono assunti una grande responsabilità, che va esattamente all’opposto di quanto ci aspettavamo, ovvero tagli alla spesa degli enti, con la conseguente riduzione delle imposte locali e delle utenze». Dalle associazioni di categoria viene poi rinnovato l’invito ai Comuni ad adeguare i propri regolamenti, escludendo la Tari per le aree hià sottoposte al pagamento per lo smaltimento di rifiuti speciali. «Rete Imprese Italia – si afferma nella nota – valuterà se indicare alle imprese di non pagare la parte delle bollette non coerente con quanto previsto dalle norme di legge».