«La mia fissa è l’osservatorio per valutare quello che fanno le aziende. Dobbiamo essere in grado di dare un strumento per valutare quello che succede nel servizio dei rifiuti rispetto al padrone, cioè in relazione al cittadino. Da questo punto di vista mi pare che si vada ‘come quel di notte’, tutti quanti, io per primo. Io direi di ripartire dall’osservatorio per conferirgli un compito di approfondimento». Così il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi intervenendo in assemblea toscana nel corso del dibattito sull’informativa al documento preliminare alla proposta di legge per l’istituzione dell’Ambito territoriale ottimale Toscana Rifiuti e dell’Autorità Toscana per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Ciò che suggerisce Rossi è di dotarsi di «uno strumento di valutazione ancor più penetrante sulle direttive che diamo ai nostri piani per i rifiuti. Dobbiamo sapere se il costo che il cittadino paga è congruo rispetto al servizio che riceve».
Ridurre numero Ato Per questo, l’idea del governatore toscano è di mettere in piedi un «set di indicatori» per mettere al corrente il cittadino dell’effettiva qualità del servizio, in rapporto alle performance europee e del resto d’Italia. In questa ottica, l’istituzione dell’Ato unico è funzionale al miglioramento della qualità e anche a una razionalizzazione del numero degli impianti esistenti in Toscana. «Sono personalmente convinto- ha sostenuto Rossi rivolgendosi ai consiglieri regionali- che un eccesso di offerta di impianti di smaltimento tiene alta la percentuale di rifiuti che finiscono in questi impianti, che dovremo gradualmente nel tempo verificare meglio di che natura sono». È una sorta di circolo vizioso che si e’ innescato: per un verso i Comuni, in passato, hanno dato vita a discariche o impianti di gestione dei rifiuti, per un altro questo ha sottratto spazio alla differenziata e all’economia circolare.
Fare dell’economia circolare Un’espressione che appartiene storicamente alle battaglie del Movimento 5 Stelle, ma che in questa circostanza Rossi fa propria. «Credo che in un’economia circolare- ha scandito all’aula-, uso anch’io questo termine, il rifiuto dovrebbe essere sempre materia seconda che proviamo a valorizzare riducendo, in questo modo, i costi dell’energia». E la centralizzazione è un passaggio imprescindibile nella strategia di palazzo Strozzi Sacrati. «Non penso a rivoluzioni- ha rassicurato-, ma a un programma che su questo abbia delle tabelle di marcia ben precise. Quindi, senza voler imporre nulla a nessuno, l’idea di procedere a una programmazione di carattere generale può effettivamente alleggerire il numero di impianti presenti sul territorio». Il dato storico, del resto, ha offerto una prima conferma. «Da 44 discariche siamo passati a 20, perché all’inizio della precedente legislatura dicemmo di creare 3 ambiti, invitando a razionalizzare. Fino a quel momento, ogni comune si era fatto un ‘gabinetto di casa’. Non credo che la politica della Giunta e del Consiglio possa, invece, essere questa».