Al termine di un’assemblea molto accesa e che ha marcato una profonda spaccatura tra i Comuni dell’Ato Toscana Sud (le intere province di Arezzo, Grosseto e Siena) è stato dato il via libera alla delibera per il contratto del servizio di raccolta rifiuti a Sei Toscana: in discussione il compenso equivalente alla Tari e che quindi si tradurrà nell’entità delle bollette per i cittadini di questa parte di Toscana. Nonostante le divergenze accese, riscontrate a macchia di leopardo ma in particolare nel Casentino aretino e nella costa grossetana, alla fine è stato varato l’aumento progressivo: a Sei Toscana andranno 98 milioni nel 2014, 99 nel 2015, 100 nel 2016, 102 nel 2017. E’ il compromesso finale, tra i 104 inizialmente accordati a Sei, i 98 offerti successivamente, i 102 individuati come punto di equilibrio. Un punto che sarà appunto raggiunto progressivamente in un quadriennio.
I costi per i cittadini Il risultato sarà che il riassetto del settore, che avrebbe dovuto determinare economie di scala e quindi risparmi in primis per gli utenti, produrrà solo aumenti di anno in anno, con scarsissime prospettive almeno a breve termine di riuscire a invertire la rotta. Una questione sollevata da molte amministrazioni locali, che saranno poi in prima fila nel calcolo di una Tari sempre più esosa.
Il no dei comuni grossetani Questa mattina uno dei primi commenti, sulle pagine de La Nazione Grosseto, è del vicesindaco del Comune di Manciano, Antonio Camillo, che insieme a Sorano, Pitigliano, Isola del Giglio, Capalbio, Monte Argentario e Orbetello, hanno votato contro l’aumento, in compagnia di alcuni comuni del Casentino aretino. «Quando è nata Sei Toscana aveva due obiettivi da raggiungere: realizzare economia di scala, ovvero creare risparmi per la collettività, e ottimizzare i servizi. E mi sembra che il primo obiettivo non sia stato raggiunto, se è vero che in quattro anni avremo un incremento di spesa di 4 milioni più Iva».