La discarica di Legoli

FIRENZE – La Toscana ha un nuovo piano dei rifiuti. L’adozione è avvenuta in Consiglio regionale con i voti favorevoli della maggioranza.

“Il nuovo Piano regionale dell’Economia Circolare rappresenta lo strumento con cui la Regione analizza lo stato di gestione dei rifiuti, individua le azioni funzionali a migliorare l’efficacia ambientale delle diverse operazioni gestionali e pone le basi per realizzare gli obiettivi individuati dalla normativa europea e nazionale di settore”, ha sottolineato l’assessore Monia Monni.

Respinti tre ordini del giorno del Movimento 5 stelle, otto di Fratelli d’Italia e due della Lega: nel corso del confronto in Aula, è emersa la disponibilità della maggioranza ad affrontare in commissione i temi presentati negli ordini del giorno. Di qui la decisione della Lega di ritirare altri dieci ordini del giorno, così come ritirato uno di Fratelli d’Italia, per ripresentarli sotto forma di atti d’indirizzo in commissione.

La presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis (Pd) ha espresso in Aula la disponibilità della maggioranza ad affrontare nella stessa sede, sganciati dall’adozione del Piano, anche i temi degli ordini del giorno respinti nel corso della seduta di oggi. “Il punto – ha aggiunto Monni – non è l’autosufficienza, ma il fatto, mai negato, che oggi la si ottiene attraverso un eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è obiettivo prioritario del piano, che ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall’Europa”.

Nello specifico occorre arrivare ad un progressivo superamento delle discariche; favorire un livello di governance pubblica e regolata anche su quelle filiere di trattamento che sono poste fuori dalla pianificazione pubblica; perseguire una sinergia tra rifiuti urbani e speciali; porre al centro del tema gestionale, quello della legalità. Il piano prescrive “che ogni ATO persegua l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani a scala di ambito”.

Ambizione del piano è dimostrare che puntare sulla sostenibilità contribuisce allo sviluppo buono e può creare miniere e filiere che si basano su materie riciclate o recuperate e non estratte sfruttando persone e territori, spesso lontani e senza tutele. Al piano, è quindi “sottesa un’idea di industria che si alimenta di materie riciclate o recuperate e che può effettuare scambi tra imprese, in modo da massimizzare al contempo competitività e sostenibilità”.

In sintesi i principali obiettivi strategici del Piano: riduzione dei rifiuti urbani del 5 per cento (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (Rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75 per cento di Rd al 2028 e nel lungo periodo dell’82 per cento di Rd al 2035.

Autosufficienza e sostenibilità del sistema gestionale saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall’anno 2028; conseguentemente nel periodo di vigenza del Piano (2023 – 2028) si dovrà fare ricorso all’impiantistica esistente. Nella fase transitoria perciò – che come detto coincide con l’arco temporale di vigenza del Piano – l’obiettivo è assicurare la sostenibilità del sistema attraverso il graduale incremento delle raccolte differenziate e del recupero/riciclo, la tendenziale riduzione dei conferimenti in discarica e la progressiva riduzione dello smaltimento.

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